[AcLab] Ancora Open ID

NW/315 nw315 a cryptolab.net
Gio 10 Set 2009 10:13:09 BST


Nuccio Cantelmi ha scritto:
> Leggo da Punto Informatico
> (http://punto-informatico.it/2705157/PI/News/digitalizzazione-pa-passa-open-id.aspx)
> che la PA statunitense vorrebbe affidarsi ad Open ID.
> Conoscete già le mie perplessità su Open ID (http://openid.net/)
> quale strumento di facilitazione del tracking e del controllo.
> D'altro canto, posso ammettere che la Pubblica Amministrazione voglia
> affidarsi ad un sistema chiaro, univoco e non equivoco per
> identificare il cittadino utente dei servizi di e-government. Ma
> bisogna per forza affidarsi ad un sistema privato ed in mano agli
> stessi colossi che invadono la rete con la loro pervasività ???
> E la firma digitale, che fine ha fatto? Meglio Open ID di una smart card?
> Ed anche nel caso di smart card, come evitare di cadere nel tranello
> del divieto di navigazione anonima suggerito da molti (in Italia
> abbiamo la proposta dell'On.le Carlucci che da varietà e ballerina Ú
> stata promossa ad esperta di politiche della rete....)?
>
> Gnuccio
>
l'argomento è davvero interessante. Se non ricordo male un altro nostro
onorevole ha proposto la PEC, o posta elettronica certificata, per le
comunicazioni tra PA e Cittadino. Questo servizio, gratuito
apparentemente, verrebbe dato in gestione a chi? A poste italiane si
dice. C'è da chiedersi se Poste italiane sarebbero disposte a gestire un
servizio gratuitamente, c'è da scommetere che no. Da una parte o
dall'altra i danari verrebbero fuori e c'è da scommettere che sarebbe
una tassa a garantirli, quindi gratis per modo di dire. Comunque vedremo
per poi esprimere giudizi meno avventati del mio.

Sulla necessità di utilizzare un medium univoco che renda la
corrispondenza certa tra PA e cittadino possiamo anche essere d'accordo
tutti, ma dobbiamo anche porci una domanda: quante volte in un anno il
cittadino medio comunica con la PA? Questo sempre riferito alla
necessità di inventarsi la PEC.
Sicuramente la firma digitale risolve già alla fonte una serie di
problemi, tra i quali quello della certezza della corrispondenza, (c'è
da ricordare che la firma digitale comporta una certezza della
corrispondenza praticamente totale, quindi va utilizzata con attenzione
se al contrario ci si sta preoccupando di garantirsi una certa qualità
di anonimato!). Sia la PEC italiana quindi che l'idea di open id estera
sarebbero ridondanti, perchè esistono già strumenti atti a rendere le
comunicazioni più che sicure.
Lo stato potrebbe fare uno sforzo in più ed accettare per esempio la mia
chiave pubblica, potrebbe quindi provvedere a fornire un servizio di
comunicazione non solo certo ma anche crittato tra se stesso e noi
cittadini. Oltre tutto questo risultato potrebbe essere raggiunto
tramite l'utilizzo di Software libero e senza spendere una lira; senza
il bisogno di utilizzare l'appoggio di Poste italiane, delle quali
dovremmo fidarci ad occhi chiusi nel caso di un servizio di PEC da loro
gestito.
Insomma, anche se esistono gli strumenti gratuiti e sicuri, dobbiamo per
forza di cose inventarci strumenti di dubbia certezza ed affidarli a
terze parti. La pec sarebbe un servizio di cloud computing pericoloso,
visto che non ci verrebbe certo detto come e dove tutti i dati
verrebbero protetti e garantiti per ciò che concerne la riservatezza e
la privacy verso l'esterno.

Si tratta di strumenti di controllo mascherati da servizi e la tendenza
degli ultimi anni ne fornisce prova quasi certa.
Sul fatto poi che certi personaggi siano stati portati ad alti livelli
politici e si ritrovino a discutere di tematiche decisamente al di sopra
delle loro capacità e conoscenze informatiche.... beh...dovremmo aprire
un topic tanto fastidioso quanto lungo per andare a verificare quanti
rappresentati siano davvero esperti della materia sociale e politica che
è stata loro affidata.

Grazie Gnuccio!

Salute a tutti


NW

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