<table cellspacing="0" cellpadding="0" border="0" ><tr><td valign="top" style="font: inherit;">--- <B>Lun 14/9/09, davide89v@riseup.net <I><davide89v@riseup.net></I></B> ha scritto:<BR>
<BLOCKQUOTE style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: rgb(16,16,255) 2px solid">
<DIV class=plainMail>L'azienda non vuole rilasciare i sorgenti perchè ha paura di condividerli<BR>la con la concorrenza, beh si potrebbe fare che tutto il software del<BR>sistema verrà gestito dalla comunità del software libero (come noi), nel<BR>forum (domani vedrò di iscrivermi oggi proprio sono un pò pieno di<BR>impegni) possiamo aprire un topic dove sviluppatori volontari gestiscono<BR>il software dell'azienda (un pò come avviene come il neo free runner),<BR>insomma l'azienda ti vende l'hardware e il software lo gestiamo noi...</DIV>
<DIV class=plainMail> </DIV></BLOCKQUOTE>
<DIV class=plainMail>Il problema è che la BreadBox vende software, non hardware; bisognerebbe cercare di incoraggiarla:</DIV>
<DIV class=plainMail>- A diventare un "centro di raccolta" degli utenti: al momento, non gestiscono nemmeno un forum loro, ma si appoggiano a yahoo, così gli introiti pubblicitari se li becca yahoo.</DIV>
<DIV class=plainMail>- Ad aggiungere la vendita di hardware: nettop e netbook, kit di montaggio... In passato avevano chiuso contratti con l' UNESCO per le forniture per computer a basso costo, ma quest' anno sono rimasti tagliati fuori dal progetto One Laptop Per Child, e credo che per loro sia stato un brutto colpo</DIV>
<DIV class=plainMail> </DIV>
<DIV class=plainMail>Il concetto "il software lo gestiamo noi" è proprio quello che non vogliono (resterebbero senza lavoro), ma secondo me non corrono questo rischio: il software usa tecniche molto specifiche, in modalità reale, che oggi sono poco conosciute (quasi tutti usano la modalità protetta); senza l' esperienza maturata da loro in anni, nessuno gli ruberebbe il lavoro (al massimo, la comunità potrebbe tradurre il programma in altre lingue, trovare e correggere qualche bug, robetta del genere, che però sarebbe utilissima a tutti)<BR><BR>--- <B>Lun 14/9/09, al3xu5 / dotcommon <I><dotcommon@autistici.org></I></B> ha scritto:<BR></DIV>
<BLOCKQUOTE class=plainMail style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: rgb(16,16,255) 2px solid">
<DIV class=plainMail>scusate, mi inserisco...<BR></DIV>
<DIV class=plainMail>.....<BR>risposta per nulla incoraggiante... bene andando, si parla siun<BR>genericissimo opensource (che non significa nulla) e non di software<BR>libero (e open source NON implica software libero)...</DIV>
<DIV class=plainMail> </DIV></BLOCKQUOTE>
<DIV class=plainMail>Ho parlato di opensource, non di libero, perchè in inglese il termine "free" vuole anche dire gratuito: per non equivocare, avevo preferito parlare di rilasciare i sorgenti</DIV>
<BLOCKQUOTE class=plainMail style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: rgb(16,16,255) 2px solid">
<DIV class=plainMail>come ben sappiamo, software libero non significa necessariamente<BR>gratis... in ogni caso, se la licenza è GPL i sorgenti DEVONO essere<BR>messi a disposizione, altrimenti la licenza è violata</DIV>
<DIV class=plainMail> </DIV></BLOCKQUOTE>
<DIV class=plainMail>E l' unico vincolo imposto a chi compra il programma è che deve mantenere la stessa licenza: io infatti dicevo che sarei anche disposto a comprarlo, è giusto che la BreadBox recuperi gli investimenti, ma per principio lo vorrei a tali condizioni: se ci sono altri che la pensano come me, vorrei che si facessero vivi e lo dicessero alla BreadBox: magari, se siamo abbastanza, possiamo convincerli a rivedere la loro politica; al momento, loro vendono la licenza, ed offrono sconti per le istituzioni che ne comprano tante, mentre con il software libero di solito si offre il contratto di assistenza per le istituzioni, ed il supporto telefonico ai privati.</DIV>
<BLOCKQUOTE class=plainMail style="PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: rgb(16,16,255) 2px solid">
<DIV class=plainMail><BR>la vedo dura: nel contesto economico imperante e di sfruttamento di<BR>(immorali e fantomatici) "diritti" di copia, con il software libero si<BR>può guadagnare sui servizi (assistenza, sviluppo di soluzioni<BR>personalizzate, formazione, ecc.) ma serve essere "grossi"...</DIV>
<DIV class=plainMail> </DIV></BLOCKQUOTE>
<DIV class=plainMail>Ci sono parecchie piccole ditte (come quella del DamnSmallLinux) che prosperano; anche con il modello del software proprietario occorre essere "grossi", forse ancora di più che con il software libero, perchè bisogna avere i servizi di promozione e di distribuzione; le piccole ditte che hanno tentato di campare sul software proprietario di solito realizzavano shareware, e lo shareware ormai è praticamente morto.</DIV></td></tr></table><br>