[AcLab] Ci sono libri e libri...

NW/315 nw315 a cryptolab.net
Lun 20 Lug 2009 19:00:50 BST


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al3xu5 / dotcommon ha scritto:
> Il giorno lunedì 20/07/2009 17:58:42 CEST Ezu <ezules a gmail.com>
> ha scritto:
>
>> Ciao a tutti, prima di tutto mi presento sono Martino Sabia e
>> sono appena arrivato.
>
> ciao martino, benvenuto!
Benvenuto anche da parte mia!
>
>> Detto questo ritengo che forse l'articolo del New York Times
>> meritasse una lettura più attenta prima di indurre a teorie
>> cospirazioniste e di censura.
>
> [...]
>
>> Ovviamente rimane il fatto su cui riflettere e cioÚ che un
>> acquisto possa essere 'cancellato' dall'editore a suo piacimento,
>> in qualsiasi momento. Nonostante le, tardive, rassicurazioni da
>> parte di Amazon che dice: 'di non effettuare una rimozione
>> forzata in condizioni simili nel futuro', v'Ú una palese perdita
>> di diritti sui propri acquisti ed una visione sempre più labile
>> del concetto di proprietà . Certamente se ci prendessimo la briga
>> di leggere la EULA per gli acquisti fatti con Kindle sapremmo che
>> ciò può avvenire, ma penso che sia legittimo per una persona
>> pensare che se paga per qualcosa, virtuale o fisica che sia,
>> nessuno possa portargliela via.
>
> ho segnalato il link non tanto per teoria cospirazionista, ma
> proprio per considerazioni come queste che hai fatto...
>
> che succede se la società X che ha i diritti sull'opera Y la
> distribuisce solo in formato digitale, magari con un formato
> non-libero, magari in modo che sia fruibile solo con un aggeggio
> particolare (tipo il Kindle) che magari implementa sistemi di
> "protezione" DRM/TC, e magari non si trovano più copie cartacee
> dell'opera Y... e quella socità X domani decide di non
> distribuirla pi neanche in formato digitale, o fallisce o ... ???
>
> in questa prospettiva di totale privatizzazione "tecnologica" del
> bene comune conoscenza, chi decide se e come un'opera debba essere
> distribuita?
>
> possibile che ci sia chi non si renda conto di cosa tutto questos
> ignifichi???
Verissimo, al momento non ci sono regolamentazioni della materia atte
a proteggere la comunità dal pericolo della perdita del dato
digitalizzato.
Per lo meno non esiste la possibilità di garantire per esempio che
chiunque possa leggerlo senza per forza di cose utilizzare un Cloud
che potrtebbe essere inventato domani mattina.
Il problema è di fatto il pericolo che "pezzi di cultura" possano
essere gestiti in modo da renderli fruibili solo a prezzo di perdita
di altre libertà un pò come commerciare un diritto al prezzo di un
altro diritto, libertà per libertà.
La cosa infastidisce.
 

>> Ritengo che ci troviamo nel bel mezzo di un cambio di paradigma
>> che ha una forza di penetrazione potentissima all'interno della
>> nostra società . Ritengo inoltre che, a causa dei vantaggi
>> economici per gli utenti finali,
>
> vantaggi economici del tutto fittizi: si tratta in realtà di una
> vera e propria espropriazione "al contrario" di beni altrimenti
> comuni, vantaggiosa economicamente ed in termini di potere e
> controllo SOLO per chi la compie, non certo per gli utenti finali
> espropriati...
>
> questo Ú il vero "furto", altro che la cosiddetta pirateria
> informatica...
>
>> che questo paradigma sia inarrestabile. Quello che però
>> potremmo, come persone e cittadini, fare sia quello di
>> sensibilizzare il legislatore affinché apra gli occhi su queste
>> problematiche e ponga delle regolamentazioni sui diritti delle
>> persone ed istituisca organismi di controllo e protezione.
>
> personalmente non credo che questo possa essere in alcun modo
> utile...
>
> il "legislatore" non Ú super-partes... Ú il "soldatino" chiamato
> dal (neo)capitalismo imperiale a dare legittimazione "legale" alla
> privatizzazione (leggi "furto") della conoscenza, realizzando uno
> dei paraventi (quello giuridico) dietro cui nascondere la
> sopraffazione
>
> il "legislatore" non risponde certo a chi (solo in apparenza) lo
> elegge, non fa certo l'interesse pubblico... il "legislatore"
> risponde al "meccanismo" che gli permette di costruirsi il
> "consenso", risponde alle esigenze del contesto che regge la
> costruzione statale entro cui lo stesso "legislatore" prospera di
> rendite parassitarie, ed il contesto prevalente Ú quello
> capitalista... e allora, cosa ci si può aspettare di buono dal
> "legislatore"?
>
> peraltro, di regolamentazioni sui diritti delle persone e di
> organismi di controllo e protezione c'Ú ne sono fin troppi: si
> tratta solo di raffinati artifici con cui si da maggior corpo e
> credito formale ai dispositivi giuridici attraverso cui si attua la
> ruberia privatistica dei beni comuni... tant'Ú che, nonostante il
> proliferare e l'apparente peso formale di questi istituti, i
> risultati concreti sono evidenti a tutti...

il problema è che a parole siamo tutti garantiti, di fatto le garanzie
si sa che funzionano solo per chi se le può comprare, detto in parole
povere:)
>
>> Il problema Ú che se questi organismi sono come la SEC o la
>> CONSOB... beh...
>
> appunto :-)
>
> e se vuoi ci puoi mettere anche il garante privacy, la SIAE, ecc...
>
>
> ciao
>
> al3xu5 / dotcommon

L'unico modo per vincere questa battaglia è imporre a chi detiene,
delle regole di condivisione che siano dettate direttamente dalla
gente che in un certo senso si ribella a certe categorie che fanno
solo comodo ad alcuni.
Mi viene in mente l'esempio dei drivers proprietari che poi vengono
"liberati" perché una grande moltitudine di gente si rifiuta di usarli
e si arrangia diversamente.
Per il discorso musica, cultura in genere, dovrebbe funzionare allo
sesso modo. Nessuno alla fine può dire che non sia giusto pagare per
una cosa, il discorso deve però battere sul quantum.
Parlando di Siae, se si fottesse una % minore o anzi, se la smettesse
di accampare diritti  su beni artistici su cui in realtà non ha nessun
diritto di nulla, sapete di quanto scenderebbe il prezzo della musica?
Lo stesso dicasi per libri e pubblicazioni.
Comunque per non uscire OT troppo, volevo solo dire che in ogni modo,
quando qualcuno si arroga il diritto di proprietà di un pezzo di
cultura, siamo nel campo della pura follia, che il mezzo sia digitale
o cartaceo.
Mi ricordo quando era alla università ed uscì quella stupida legge che
vietava di fotocopiare i libri. nessuna legge impedì mai ai Professori
di imporre ai loro studenti di comprare, oltre il Tomo di dir Civile,
anche il loro libro, spesse volte inutile.
Ma si sa che ai prof fa comodo poter dire di aver fatto tot
pubblicazioni e soprattutto è bello essere sicuri di venderne un certo
numero di copie ogni anno. Follia.

Comunque bella discussione e piacere di averti conosciuto, spero di
sentirti ancora.
Visto che lo spirito critico ci piace, se hai note da esprimere di
qualsiasi tipo su Ac lAB ci farebbe piacere conoscere il tuo pensiero.

Un saluto a tutti

Nw
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