[AcLab] R: Dovrei esserne contento, eppure...
Angelo Rosina
angros47 a yahoo.it
Lun 23 Nov 2009 10:06:23 GMT
> Su questo sono pienamente d'accordo. Molto meglio un
> software open source, seppure contaminabile, che un software
> totally closed. Secondo me sono piccoli passi verso la
> massima apertura possibile (l'apertura totale non sarà mai
> raggiungibile né, forse, materialmente possibile). La
> natura non fa salti, così pure l'evoluzione umana.
Infatti: un driver non libero, venduto insieme all' hardware, ad esempio, non è poi una "vera" limitazione: forse non si può copiare, ma non servirebbe a molto, visto che tanto ti serve solo se hai quell' hardware specifico (e se ce l' hai hai anche il driver); forse non si può modificare, ma è talmente specializzato che se lo modifichi di fatto ti diventa un altro programma; forse non ti danno il sorgente, ma spesso un driver è scritto in buona parte in assembly (magari senza commenti, o con commenti approssimativi), quindi avere il sorgente o disassemblare il binario è (quasi) la stessa cosa.
Su questi livelli, il software libero diventa più che altro una questione di principio, e se si insiste troppo su questo si rischia di mettere in fuga potenziali nuovi utenti: se un utente Windows decide di provare Ubuntu (che è altrettanto semplice da usare), e gli si va a dire "Ubuntu non è del tutto libero, usa una distro che sia libera", e gli si propone una distro con cui al primo tentativo non funziona quasi nulla, ed occorrono decine di ricerche e ricompilazioni, l' utente si spaventa e torna a Windows (o a OS X): non mi sembra un vantaggio.
> Arriveremo ad un "naturale" equilibrio in cui sorgenti
> aperti e sorgenti chiusi si potranno confrontare sul piano
> della qualità e non della restrizione di legge. Ma la
> strada è ancora lunga.
> Nel frattempo, disclosures parziali o totali sono
> benvenute. Anche MS sta cambiando politica (sicuramente per
> questioni economiche prima che filosofiche, ma sta aprendo
> del codice).
In certi casi, MS (ma anche Google, o Apple) aprono il codice perchè non hanno scelta: il programma è basato magari su un nucleo GPL, o include qualche libreria GPL, quindi o riscrivi tutto o apri il codice. Del resto, l' obbiettivo della GPL è proprio questo: obbligare gli sviluppatori professionisti a scrivere software libero e non proprietario (e Stallmann, quando l' ha scritta, sapeva benissimo che gran parte degli sviluppatori professionisti non l' avrebbero mai fatto, a meno di non essere obbligati)
>Al di là del discorso etico, dal punto di
> vista prammatico è importantissimo che circoli sempre più
> codice aperto:abitua le persone a leggerlo, conoscerlo e,
> quando possibile, modificarlo.
> Domani, il prossimo passo sarà quello di migrare il codice
> open al free, non come la birra (magari!!) ma come il
> pensiero....
> Pelo a pelo si fa il pennello.....
> > Per quanto riguarda ChromeOS, al momento non intendo
> fare congetture: uscirà a giorni, quindi a questo punto
> aspetterei almeno le prime recensioni di chi l' ha provato.
> >
> Qui, purtroppo, iniziano i ma.... Ne ho già parlato e nn
> mi ripeto
>
Ci sono un bel po' di commenti sui pro e contro qui:
http://punto-informatico.it/b.aspx?i=2756228
Un' idea interessante è quella che prevede lo scontro tra i tablet Apple e i netbook ChromeOS (qualcosa di simile allo scontro tra iPhone e Android): staremo a vedere... (se va a finire come per i tablet MS, potrebbe anche concludersi con un buco nell' acqua e molto rumore per nulla)
> Cordialità
>
> Gnuccio
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