[AcLab] minimalismo: contromosse

Angelo Rosina angros47 a yahoo.it
Mar 15 Set 2009 18:11:07 BST


--- Mar 15/9/09, Nuccio Cantelmi <n.cantelmi a bluehat.it> ha scritto:
Ritengo si debba ragionare con coerenza. Il nostro obiettivo è quello di trovare una risposta minimal al Cloud Computing, ovvero al fatto che i pc del futuro non garantiranno prestazioni e costringeranno a servirsi dei servizi di rete con tutto ciò che ne consegue nel bene e nel male.

Sono pienamente d' accordo: considerando che il cloud computing si muoverà in diverse direzioni (dal saas, allo storage online, al data mining, alla pubblicità personalizzata, al minimalismo, al trusted computing) occorrerebbe delineare una contro-strategia per ognuna di esse:

-minimalismo: trovare e promuovere applicazioni e sistemi in grado di funzionare con risorse limitate
-storage online: uso di sistemi di backup, sistemi di cifratura, suddivisione dei dati...
-data mining: salvaguardia dei dati personali, caselle mail usa-e-getta, creazione di "rumori di fondo" (ad esempio, profili con nomi di fantasia, informazioni contrastanti...)
-saas: alternative con licenza AGPL

e così via...
Ciò posto, la mia domanda è la seguente: quali caratteristiche deve avere un pc ed il sistema operativo per avere il minimo di usabilità ed evitare che sia costretto, tentato o invogliato a rivolgermi al Saas???

fondamentalmente, deve permettermi di fare le stesse cose in locale, senza limitazioni:

-le applicazioni sono portabili (posso usarle su altri computer senza bisogno di installarle?)
-è facile farne il backup? (di solito basta una porta USB o uno slot per schede SSD, ed ormai quasi tutti ce l' hanno)
-il software può essere usato nella versione da me preferita, senza alcun limite di tempo o di utilizzi? il software proprietario a volte impone clausole del genere, ad esempio ti costringe ad installare sempre la versione più recente: se devo sottostare a simili condizioni, magari non voglio che il programma stia sul mio computer, ma lo accetto come servizio online (paradossalmente, quasi nessuno accetta di avere un video o una canzone con DRM, ma quasi tutti accettano di vederla in streaming--- un parallelo interessante con TC e cloud, se ci pensate)
Ovviamente, il software libero non ha questi problemi
-il computer è al sicuro da furti? se il rischio che il computer venga rubato è alto, magari la tentazione di avere un computer che costi poco, e sul quale non ci sono dati utilizzabili, diventa forte.
-non intendo usare programmi i cui requisiti hardware aumentano di continuo (es. videogames)? altrimenti, piuttosto che ricomprarmi un computer costoso ogni due anni, prendo davvero un sistema tipo onLive.
-non intendo usare programmi che richiedono un aggiornamento costante (es: navigatore, enciclopedia): preferite Autoroute su cd o google streets? Encarta su cd o wikipedia?
-non intendo usare programmi che dipendono comunque da un servizio online (es. Messenger): non installo un programma che può diventare inutile da un momento all' altro, preferisco una versione online.
-ho una valido sistema di condivisione (server di mia proprietà, file system P2P...) per i dati su cui devo lavorare in collaborazione con altri.
-abito o frequento una zona poco coperta da internet? (in tal caso, il problema non si pone, devo avere tutto in locale)

Per me, queste sono le condizioni in cui non sentirei la necessità di usare il cloud computing.

Quindi, un buon sistema "anti cloud" dovrebbe avere queste caratteristiche:
- leggero (più piccolo è, meglio è)
- portabile: deve poter partire da chiavetta, cd o hard disk; inoltre, deve poter essere eseguito dall' interno dei sistemi operativi più diffusi (il bello di GEOS, ad esempio, è che si può lanciare anche da dentro windows, trattandosi di un programma DOS: inoltre, si può lanciare da dosBox o da qemu se sei in linux). In parte, anche damnsmalllinux offre questa funzione (c' è una versione abbinata con il QEMU)
-deve offrirmi una buona suite di applicativi "standard" (word processor, foglio di calcolo, grafica, lettore multimediale, database...) con una buona integrazione (copia-incolla, immagini e grafici nei testi...)
-deve avere una interfaccia grafica comprensibile, qualcosa che non spaventi i principianti quando la vedono
-deve integrare gli strumenti base di internet (browser,ftp, mail), in modo da poter salvare sulla mia chiavetta i dati che mi interessano, restando online solo il tempo strettamente necessario (tra l' altro, è utile anche per chi ha la tariffa a tempo)
-se usato in versione portabile, non deve lasciare tracce (files di configurazione, files swap, file temporanei): magari lo sto usando su un computer che non è mio.



Se una soluzione esiste già, allora spingiamola. Credo comunque che sia molto difficile convincere chi sviluppa su una piattaforma proprietaria a passare al floss. La migrazione non è solo una questione di licenza, ma è una soluzione aziendale complessa che comporta un profondo stravolgimento del paradigma industriale. Mi capita spesso, durante le consulenze alle aziende informatiche, di dover spiegare che la politica di licensing precede il prodotto, perché ne influenza il modello di produzione e di distribuzione ed una volta posto sul mercato è difficile cambiare rotta. Se i signori di Geos non comprendono la forza del floss, non sono neppure preparati a muoversi verso di esso. E' una questione di convinzione prima che di licenze o tecnologie.

E' difficile, ma ci sono stati dei precedenti: oltre al già citato KDE, anche il GEM da software proprietario è diventato libero: il GEM era un altro ambiente a finestre per DOS, nato nell' 84, anch' esso in grado di funzionare con risorse limitatissime, ma forse troppo minimalista: non ha infatti multitasking (neppure il banale task-switching, tranne che in una versione sperimentale), e nonostante tutti gli abbellimenti si vede come la grafica sia stata progettata per il bianco e nero. Comunque, attualmente è la GUI ufficiale del freedos, ed è software libero (e per alcuni anni era stato un concorrente del GEOS)

Questo è il primo passo.

Un piccolo passo per un utente, ma un gigantesco balzo per il software libero

Dopo di che, dovremmo iniziare a ragionare in termini differenti. Posto che il Saas ed i suoi derivati sono inevitabili, esiste una soluzione che consenta di salvare capra e cavoli?

Non credo che esista un' unica soluzione, ma che per ogni aspetto del problema esista una soluzione specifica valida.


Mi spiego meglio. Il provider ha l'interesse ad offrire servizi remoti dai propri server. L'utente ha interesse ad avere il proprio desktop a portata di mano ed i propri dati disponibili all over the world. Bene.
Una tecnologia che renda cifrati i dati del fruitore del servizio ed accessibili solo a lui, potrebbe risolvere il dilemma.
Il provider custodisce dati cui non può accedere e non può rivendere (a che pro?). L'utente non ha bisogno di portarsi appresso il proprio pc per avere a disposizione il proprio lavoro. Nessuno può invadere la privacy di nessun altro. Ovviamente, il lock in può essere superato con previsioni contrattuali ad hoc, quali backup periodici inoltrati all'utente e standardizzazione dei formati.
Che ne pensate, è fattibile?

tecnicamente, direi proprio di sì, economicamente, direi proprio di no.

Il provider dovrebbe accollarsi l' onere della banda e del backup, e che guadagno avrebbe? se non può fare il data mining, e non può quindi inviare pubblicità mirata o rivendere parte dei dati, l' unica fonte di introiti resta l' utente stesso, che dovrebbe stipulare un abbonamento e pagare: e quanti utenti sarebbero disposti a farlo? Probabilmente sceglieranno i servizi gratuiti (ma senza privacy), pensando ingenuamente "ma cosa volete che abbiano i miei dati di così interessante? io non ho nulla da nascondere", e con pochi clienti il provider criptato sarà costretto ad aumentare i prezzi, con insoddisfazione dei suoi clienti: inoltre, un provider piccolo dà meno garanzia di continuità di un provider grosso, perciò gli utenti sceglieranno quello che a loro sembra più affidabile, senza pensare che così accentreranno i loro dati nelle mani di pochi.

Il server criptato potrebbe interessare alle aziende, non agli utenti domestici, ma le aziende di solito hanno già un server di loro proprietà, ed userebbero quello


bye



      
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