[AcLab] Fwd: minimalismo: contromosse

Ezu ezules a gmail.com
Mer 16 Set 2009 12:20:40 BST


2009/9/16 al3xu5 / dotcommon <dotcommon a autistici.org>:
> ciao a tutti/e
>
> in questo periodo non ho tempo di nulla ma vorrei comunque dire
> qualcosa anche io su questa questione
>
> la mia sensazione è che nell'ampia ed interessante discussione si sta
> perdendo di vista qualcosa, "adagiandosi" su dei paradigmi che ci
> vengono "imposti"...
>
> chi l'ha detto che ci devono essere dei gestori che centralizzano certi
> servizi, che accumulano (sottraendoceli) dati, informazioni e
> conoscenza, portandoci ad auto-minimalizzarci (cosa in se e per se non
> negativa) per "contrastare" qualcosa che così invece, di fatto,
> accettiamo e subiamo?
>

A me sembra che si stava cercando di trovare un'alternativa che, come
dice gnuccio, salva capra e cavolo garantendo la salvaguardia dei
propri dati e al contempo possa far conciliare i fattori positivi
insiti nel cloud computing (economicità, pervasività, programmi da
utilizzare senza la necessità di installare software). A parte che per
alcune cose non si può NON avere un sistema centralizzato delle
informazioni - governo, energia, acqua, giustizia -, certo a meno che
non mi si dica di tornare indietro di 30 anni...


> la rete è per "natura" distribuita, le persone hanno capacità
> intellettive, sono capaci di organizzarsi, di collaborare e
> condividere...
>
> allora forse si tratta di rifiutare e di uscire da certe impostazioni e
> logiche "mercantili" che ci prospettano le cose in un certo modo come
> fosse l'unico mentre unico non è, che ci condizionano fino a farci
> accettare e desiderare cose che altrimenti non accetteremmo e che non
> vorremmo, che ci fanno "combattere" contro qualcosa standone
> però talmente all'interno da risultarne parte essenziale...
>
> potremo autorganizzarci, potremo autogestire dati e servizi, potremo
> condividere capacità, conoscenze, esperienze, potremo evitare di
> affidare i nostri dati, i nostri pensieri, le nostre
> creazioni e la nostra socialità a chi è interessato solo ai soldi o al
> controllo sociale...
>

Assolutamente d'accordo, resta un fatto ineludibile da non
sottovalutare, la rete per sua natura è un sistema entropico che man
mano che cresce ha un quoziente intellettivo degli utenti collegati
inversamente proporzionale al loro numero. Maggiore è il numero di
persone che l'utilizzano minore sarà il quoziente intellettivo medio e
l'interesse di questi ad 'autogestirsi' (fosse solo per una questione
di conoscenze tecniche) mettendosi in casa il proprio server, con
email, chat e quant'altro. Almeno questo è quello che pare a me,
ovviamente.

Creare un élite di persone che si autogestiscono, che condividono tra
loro le proprie conoscenze ed isolandosi, di fatto, dal resto (perché
non è possibile usare un discovery, si sarà, seguendo la tua logica,
fuori dai motori di ricerca), non porta ad una conoscenza più ampia
nella rete, ma solo in una comunità. I benefici saranno limitati.

Credo che il compito di coloro che conoscono gli aspetti tecnici della
rete e si preoccupano della sorte delle informazioni degli utenti
connessi alla rete, abbiano la responsabilità di 'vedere' i pericoli,
di condividerle con gli altri (anche con facebook o quant'altro) e
cercare alternative percorribili.

Isolarsi non serve, anche perché il Governo del tuo Stato potrebbe,
per ragioni simili a quelli che hanno dato vita alla legge Carlucci,
di fatto obbligarti a seguire quel paradigma, specialmente se nessuno
avverte la 'massa' dei pericoli e non trova alternative.


> insomma (e cito il manifesto di aclab):
> "Autogestione di ciò che abbiamo, autorganizzazione delle nostre vite,
> autodeterminazione di ciò che siamo. Condividendo sforzi, saperi e cose
> materiali."
>
> dunque, non cercare soluzioni per sopravvivere dentro un "sistema" che,
> in questo modo, finiamo per accettare, ma cercare dell'altro, un NOSTRO
> (di tutti gli uomini) microsistema alternativo, fondato da e su NOI
> stessi, che ci permetta di riappropriarci delle nostre vite, fuori da
> schemi di "mercato", di potere e di controllo...
>
> voglio mandarvi delle email dal mio piccolo server di posta senza
> dover consegnare la mia vita ai messaggi di facebook, voglio parlare
> con voi sul server IRC gestito da qualcuno di voi senza essere
> tracciato dalla chat MSN, voglio scrivere poesie insieme a
> chi voglio senza che google si appropri della mia anima...
>

per quanto sicuro ed isolato sia il tuo server, le tue informazioni
condivise con le email saranno comunque lette da un 'middle-man',
anche se sono crittografate... dovresti crearti un sistema alternativo
ad Internet e sperare (visto che nel nostro Paese questo è di fatto
illegale) che nessuno di venga a prelevare a casa.

Dal mio punto di vista, oggi i buoi sono già scappati, siamo già in
uno Stato di controllo. Sia da un punto di vista governativo che delle
aziende private. Bisognerebbe riappropriarsi degli spazi, della
legalità, del concetto di democrazia, ma sinceramente credo che questo
sia davvero difficile se la cura è quella di mettersi in casa propria
il proprio server. A me sembra un placebo, non una cura.

> spero che da queste poche righe si capisca il senso di quanto cerco di
> dire... e che mi scuserete se non ho tempo per argomentare meglio
>
>
> saluti fraterni
> al3xu5 / dotcommon
>

Martino.



Maggiori informazioni sulla lista AcLab