[AcLab] Fwd: minimalismo: contromosse

al3xu5 / dotcommon dotcommon a autistici.org
Gio 17 Set 2009 20:18:11 BST


Il giorno mercoledì 16/09/2009 13:20:40 CEST
Ezu <ezules a gmail.com> ha scritto:

> 2009/9/16 al3xu5 / dotcommon <dotcommon a autistici.org>:
[...]
> A me sembra che si stava cercando di trovare un'alternativa che, come
> dice gnuccio, salva capra e cavolo garantendo la salvaguardia dei
> propri dati e al contempo possa far conciliare i fattori positivi
> insiti nel cloud computing (economicità, pervasività, programmi da
> utilizzare senza la necessità di installare software). 

si tratta forse di punti di vista:
- l'economicità (immagino nel senso di basso costo) per l'utente dei
  servizi cloud/saas più diffusi e che si stanno diffondendo non mi
  pare ci sia: cedere se stessi (pensieri, scritti, relazioni,
  emozioni, interessi, ecc.) a qualcuno che ci lucra enormemente in
  cambio di un "misero" servizio cloud/saas a me non sembra tanto
  "economico"
- pervasività: siamo in contatto con tutti e tutto, ma anche tutto e
  tutto (compreso chi non vogliamo e chi non ci vuole bene) è in
  contatto con noi...
- programmi da remoto: nono posso sapere cosa fa il software, non
  ho controllo sui dati che io stesso elaboro... qualcun'altro, per
  qualsiasi scopo, gestisce il software ed ha pieno accesso ai dati...

> A parte che
> per alcune cose non si può NON avere un sistema centralizzato delle
> informazioni - governo, energia, acqua, giustizia -, 

ottimizzare la gestione dei dati appare naturalmente come una cosa
vantaggiosa: meglio un db relazionale ben fatto che tati foglietti
sparsi in giro... 
bisogna però vedere cosa c'è scritto in quei foglietti, chi li ha in
mano e come e per cosa intende usarli: e a seconda delle risposte credo
sia molto meglio se rimangono i foglietti

> certo a meno
> che non mi si dica di tornare indietro di 30 anni...

il progresso è un concetto molto relativo e che poco ha a che fare, a
mio parere, con semplice trascorrere del tempo


> > [...]
> Assolutamente d'accordo, resta un fatto ineludibile da non
> sottovalutare, la rete per sua natura è un sistema entropico che man
> mano che cresce ha un quoziente intellettivo degli utenti collegati
> inversamente proporzionale al loro numero. Maggiore è il numero di
> persone che l'utilizzano minore sarà il quoziente intellettivo medio e
> l'interesse di questi ad 'autogestirsi' (fosse solo per una questione
> di conoscenze tecniche) mettendosi in casa il proprio server, con
> email, chat e quant'altro. Almeno questo è quello che pare a me,
> ovviamente.

non posso che concordare con te

proprio per questo bisogna coinvolgere TUTTI per andare verso (e
cito di nuovo il manifesto di aclab): "Autogestione di ciò che abbiamo,
autorganizzazione delle nostre vite, autodeterminazione di ciò che
siamo. Condividendo sforzi, saperi e cose materiali." - 

> Creare un élite di persone che si autogestiscono, che condividono tra
> loro le proprie conoscenze ed isolandosi, di fatto, dal resto (perché
> non è possibile usare un discovery, si sarà, seguendo la tua logica,
> fuori dai motori di ricerca), non porta ad una conoscenza più ampia
> nella rete, ma solo in una comunità. I benefici saranno limitati.

concordo, infatti parlavo di collaborare e condividere esperienze e
conoscenze per noi e tra noi, parlavo di farlo con e verso tutti

> Credo che il compito di coloro che conoscono gli aspetti tecnici della
> rete e si preoccupano della sorte delle informazioni degli utenti
> connessi alla rete, abbiano la responsabilità di 'vedere' i pericoli,
> di condividerle con gli altri (anche con facebook o quant'altro) e
> cercare alternative percorribili.

appunto

> Isolarsi non serve, anche perché il Governo del tuo Stato potrebbe,
> per ragioni simili a quelli che hanno dato vita alla legge Carlucci,
> di fatto obbligarti a seguire quel paradigma, specialmente se nessuno
> avverte la 'massa' dei pericoli e non trova alternative.

appunto

> [...]
> per quanto sicuro ed isolato sia il tuo server, le tue informazioni
> condivise con le email saranno comunque lette da un 'middle-man',
> anche se sono crittografate... 

se il mio server di posta "domestico" parla con il tuo e ci fidiamo a
vicenda leggere le email crittografate che ci scambiamo non la farei
così facile

> [...]
> Dal mio punto di vista, oggi i buoi sono già scappati, siamo già in
> uno Stato di controllo. Sia da un punto di vista governativo che delle
> aziende private. 

vero e da tempo

> Bisognerebbe riappropriarsi degli spazi, della
> legalità, del concetto di democrazia, 

mi cito: "allora forse si tratta di rifiutare e di uscire da certe
impostazioni e logiche "mercantili" che ci prospettano le cose in un
certo modo come fosse l'unico mentre unico non è, che ci condizionano
fino a farci accettare e desiderare cose che altrimenti non
accetteremmo e che non vorremmo, che ci fanno "combattere" contro
qualcosa standone però talmente all'interno da risultarne parte
essenziale..."

> ma sinceramente credo che
> questo sia davvero difficile se la cura è quella di mettersi in casa
> propria il proprio server. A me sembra un placebo, non una cura.

come vedi dalla mia auto-citazione, non parlavo di cose tecniche... 

mi spiace non essere riuscito a farmi capire (ma lo avevo messo in conto
per non avere tempo in questo periodo per spiegarmi meglio - sto
traslocando...)

il senso e lo scopo della mia email precedente era proprio questo: il
problema e la soluzione non sono e non possono essere solo
tecnici/tecnologici o legali

non intendevo e non intendo criticare o sminuire il contributo di
angelo o il tuo o quello di altri ma, semplicemente, affiancare ad essi
anche il mio punto di vista

grazie anche a te per l'attenzione
spero di poter approfondire ancora la questione

saluti
al3xu5 / dotcommon

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