[AcLab] Fwd: minimalismo: contromosse

Angelo Rosina angros47 a yahoo.it
Ven 18 Set 2009 09:30:54 BST


--- Gio 17/9/09, al3xu5 / dotcommon <dotcommon a autistici.org> ha scritto:


faccio un esempio "tecnico": accettare di promuovere un sistema non
libero (come ubuntu che anche suggerisce l'uso di formati non
aperti/liberi) come compromesso a breve termine verso la liberazione
del software, in realtà, a mio parere, non serve a nulla se non
addirittura peggiora le cose
Non saprei: è comunque più semplice passare da Ubuntu a gNew Sense piuttosto che da Windows a gNew Sense; avvicinarsi al software libero, usandolo diciamo al 90%, è comunque un vantaggio rispetto all' uso di software proprietario.

: se anche tutti usassero questo sistema
lo farebbero per ragioni di funzionalità pratiche e/o di gratuità e non
perché interessati alla libertà...
Sia per la promozione di software libero che per il boicottaggio di DRM , cloud e software proprietario, se si vuole avere successo occorre che sia coinvolto il maggior numero di utenti possibile; se non sono abbastanza motivati dall' interesse per la libertà digitale, è meglio fornire loro altre motivazioni, più specifiche (gratuità, flessibilità, meno grane con le licenze) e più facili da capire, in un discorso del tipo "non mi importa perchè hai scelto di farlo, basta che tu lo faccia".
Le persone a cui ho installato linux (vabbè, era Ubuntu, comunque sempre meglio di Windows), in genere erano attirate da: maggior sicurezza, migliore usabilità, gratuità, nessuna problema di licenze; non sono comunque aspetti della libertà digitale? Evitare che ti impongano un sistema pessimo come Vista, evitare che ti riempiano di spyware (o che ti "ricattino" chiedendoti di pagare periodicamente per l' antivirus), evitare di dare soldi ad una ditta che ti sta antipatica e di dover pagare tre volte lo stesso prodotto (licenza domestica, licenza studente, licenza professionale). A questo punto, visti i vantaggi, e rendendosi conto di come si era stati presi in giro, magari qualcuno deciderà di approfondire l' argomento (per me è stato così).
 
Se invece proponi alla gente di fare delle rinunce per tutelare la propria libertà, probabilmente vedrai che non ti ascolteranno e preferiranno ignorare il problema, oppure ti sosterranno a parole, poi appena ti volti torneranno a noleggiarsi il loro film preferito in bluray. D' altra parte, non puoi pensare di proibirglielo, perchè ti risponderebbero "e dove è la mia libertà, se non posso vedere il film che scelgo io?"; la libertà implica la possibilita di scegliere, e quindi anche di fare le scelte sbagliate.
 
Se hai letto il mio intervento precedente, dove accennavo alla teoria dei giochi, penso che ti sia più chiaro il mio discorso.

si tratta forse di punti di vista:
- l'economicità (immagino nel senso di basso costo) per l'utente dei
  servizi cloud/saas più diffusi e che si stanno diffondendo non mi
  pare ci sia: cedere se stessi (pensieri, scritti, relazioni,
  emozioni, interessi, ecc.) a qualcuno che ci lucra enormemente in
  cambio di un "misero" servizio cloud/saas a me non sembra tanto
  "economico"
 
Dipende da quanto valgono i propri dati: purtroppo l' utente difficilmente se ne rende conto, mentre si rende conto perfettamente di quanto valgono i soldi: se, ad esempio, tu vuoi consultare una cartina con mappa satellitare (che costa parecchio, perchè ha richiesto strumenti costosi e parecchio lavoro), preferisci acquistarne una copia e pagare in denaro sonante (come si fa quando compri un navigatore), o consultarla online da google, senza dare denaro, ma informando così google esattamente su dove vuoi andare (e magari anche su quando, se chiedi informazioni sui mezzi pubblici)? Cosa credi che scelgano la maggior parte degli utenti? Cosa costa meno?
L' unica risposta veramente libera, in un caso del genere, sarebbe di usare OpenStreetMap: tu accedi alle mappe gratis, nessuno raccoglie i tuoi dati (se non ti fidi puoi scaricarti tutta la mappa e guardarla sul tuo computer, così sei sicuro), ma devi contribuire a realizzarla: ti prendi un localizzatore GPS, ti segni le coordinare di qualche strada, e poi le vai ad inserire nella mappa: così hai "pagato", contribuendo alla realizzazione della mappa e migliorando il servizio per te e per gli altri: questo modello funziona bene per il software libero, funziona benissimo per wikipedia (che in effetti è superiore alle alternative proprietarie), potrebbe funzionare per le news (wikinotizie) e per qualche altra applicazione.

- pervasività: siamo in contatto con tutti e tutto, ma anche tutto e
  tutto (compreso chi non vogliamo e chi non ci vuole bene) è in
  contatto con noi...
 
Cellulare e Facebook, in particolare: ma anche prima, c' era gente che raccontava tutti i fatti propri sui newsgroup o in chat, quindi secondo me quelli sono casi disperati, che godono a distruggere la propria privacy; il guaio è che danneggiano anche quella degli altri, perchè non si limitano a raccontare solo i fatti loro.
La vera insidia dei social networks (e in particolare di FaceBook) è il modello a "catena di S. Antonio": per avere più amici virtuali (e pare che gli utenti ci tengano a collezionarli, come un tempo collezionavano punti ai videogiochi), si è incoraggiati a far entrare altri nel sistema; inoltre, se vuoi contattare qualcuno, ti devi iscrivere ed entrare anche tu, così capita spesso che l' utente che non era interessato cerca su google (o su qualsiasi altro motore) il nome di un suo conoscente, lo trova su facebook, va a vedere e, per mandargli un saluto (o anche solo per vedere qualche dato in più) si deve iscrivere. Una volta iscritto, poi, non può più cancellare i suoi dati, e viene invitato ad aggiungerne altri.

- programmi da remoto: nono posso sapere cosa fa il software, non
  ho controllo sui dati che io stesso elaboro... qualcun'altro, per
  qualsiasi scopo, gestisce il software ed ha pieno accesso ai dati...
 
http://punto-informatico.it/2709959/PI/News/google-legge-col-captcha.aspx
 
Anche i programmi OCR seguiranno la stessa via? Adesso, il software OCR viene dato insieme allo scanner (a meno di non usarne uno free, ovviamente), in futuro magari con lo scanner daranno solo il link ad un servizio online che fa la stessa cosa basandosi sul feedback di migliaia di utenti, e le giustificazioni saranno "così funziona con qualunque sistema operativo", "richiede meno memoria", "con più feedback hai un risultato migliore" e così via.
 
Già i programmi di traduzione l' hanno fatto: una decina di anni fa c' erano parecchi software per la traduzione di documenti (funzionavano in maniera patetica, ma c' erano), oggi non ne parla più nessuno, tutti usano i traduttori online.

se il mio server di posta "domestico" parla con il tuo e ci fidiamo a
vicenda leggere le email crittografate che ci scambiamo non la farei
così facile
 
PGP ed altri sistemi con chiave privata/chiave pubblica aiutano

> Bisognerebbe riappropriarsi degli spazi, della
> legalità, del concetto di democrazia, 

mi cito: "allora forse si tratta di rifiutare e di uscire da certe
impostazioni e logiche "mercantili" che ci prospettano le cose in un
certo modo come fosse l'unico mentre unico non è, che ci condizionano
fino a farci accettare e desiderare cose che altrimenti non
accetteremmo e che non vorremmo, che ci fanno "combattere" contro
qualcosa standone però talmente all'interno da risultarne parte
essenziale..."
 
Proprio perchè il modo in cui ci prospettano le cose non è l' unico, occorre svilupparne un altro, più accattivante: in origine, esistevano i mainframe (con i terminali) ed i microcomputers; la realizzazione del "personal computer" ha cambiato la situazione, e  la nascita di internet e del concetto di "peer to peer" e di rete decentralizzata ha proseguito su questa strada; ora, con il cloud, è stato in un certo senso riportato in auge il mainframe, ed il personal sta venendo sostituito dal terminale (più semplice e meno costoso); è opportuno, secondo me, re-inventare il microcomputer, un computer che non costi più di un terminale, ma che sia del tutto autosufficiente: potrebbe essere costruito usando componenti "standard", come gli assemblati che fanno per DamnSmallLinux, oppure potrebbe essere un terminale normale con un sistema operativo diverso.
Secondo me dovrebbe avere:
-GUI (anche semplice, tanto lo schermo è piccolo)
-avvio/spegnimento velocissimo
-Word processor
-Spreadsheet
-Database 
-Calcolatrice
-browser
-ambiente di programmazione (non tipo GCC, qualcosa più tipo "quick basic", per poter scrivere mini-programmi al volo) 
 
Occorre, poi, re-inventare anche il "mini-computer" o mini-server, che dovrebbe avere:
-basso costo
-basso consumo di corrente
-sistema operativo stabile (quasi certamente linux)
-server web
-server di posta
-server di applicazioni (basato su X server, o su EyeOs), in modo da permettere il lavoro in collaborazione tra più utenti
-possibilità di grid computing (visto che sta sempre acceso, tanto vale usarlo): magari Yacy, in modo da avere anche la ricerca indipendente e libera
-P2P per memorizzare i dati più ingombranti di pubblico dominio che possono interessare a tanti (ad esempio, Wikipedia o le mappe di WorldWinds): ognuno tiene le parti che gli interessano di più e le mette a disposizione di tutti (e nessuno può controllare cosa consulti e quando).

 > ma sinceramente credo che
> questo sia davvero difficile se la cura è quella di mettersi in casa
> propria il proprio server. A me sembra un placebo, non una cura.

come vedi dalla mia auto-citazione, non parlavo di cose tecniche... 

mi spiace non essere riuscito a farmi capire (ma lo avevo messo in conto
per non avere tempo in questo periodo per spiegarmi meglio - sto
traslocando...)

il senso e lo scopo della mia email precedente era proprio questo: il
problema e la soluzione non sono e non possono essere solo
tecnici/tecnologici o legali
Naturalmente: tu auspichi un cambiamento nel punto di vista dell' utente medio, una maggiore consapevolezza, e proponi di arrivarci con l' informazione: occorre però avere qualche cosa da offrire in cambio, qualcosa da far vedere per dimostrare che non stiamo parlando a vuoto. Occorre il "bastone" (qualche esempio pratico dei rischi e degli svantaggi di DRM/TC/Cloud, tipo il recente caso di Amazon e 1984) e la "carota" (una soluzione valida, efficiente, sicura e gradevole da usare). Soprattutto, visto che si parla di libertà, bisogna mostrare di rispettare al massimo quella degli interlocutori: non bisogna dare un messaggio "non devi usare il cloud", ma un messaggio tipo "ti propongo di scegliere tra due alternative, e ti mostro obbiettivamente le conseguenze di ogni scelta: a decidere sei tu".

non intendevo e non intendo criticare o sminuire il contributo di
angelo o il tuo o quello di altri ma, semplicemente, affiancare ad essi
anche il mio punto di vista
 
Credo di capire il tuo punto di vista, e nemmeno io intendo criticarlo o sminuirlo: tu ti sei concentrato sull' obbiettivo da raggiungere, quindi sul fine, mentre io discutevo su come raggiungerlo in diversi passaggi intermedi, quindi sui mezzi: penso che siamo tutti d' accordo sul fatto che occorrono entrambi gli approcci per poter arrivare al risultato.
 
Bye


      
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