[AcLab] domande su licenze

Nuccio Cantelmi n.cantelmi a umanx.com
Mar 7 Lug 2009 08:57:47 BST


al3xu5 / dotcommon ha scritto:
> Il giorno lunedì 06/07/2009 16:14:36 CEST
> Nuccio Cantelmi <n.cantelmi a umanx.com> ha scritto:
>
>   
>
>   
>>>> Un richiamo così generico non credo possa sortire effetti giuridici
>>>> proprio per la difficoltà ad interpretare quale versione è stata
>>>> prescelta. Nel dubbio, non è possibile, a mio parere, prediligere
>>>> una licenza piuttosto che un'altra, per cui prenderei questi
>>>> programmi con le molle oppure chiederei chiarimenti al mantainer
>>>> del progetto. 
>>>>         
>>> E quindi, in questo caso, la legge come considera il programma?
>>> Tutti i diritti sono riservati?
>>>
>>> Se è così la cosa va urlata ai 4 venti, in quanto moltissimi
>>> programmi (non particolarmente importanti) hanno una dichiarazione
>>> "scarna" di questo tipo.
>>>   
>>>       
>> Mi riservo uno studio preciso ed una pubblicazione sul tema.
>>     
>
> provo a sbilanciarmi, pur non essendo né un giurista né un esperto
> (e scusate se dico fesserie)...
>
> credo che sia proprio come dici tu sante: per il DDA italiano il
> "titolo" si sostanzia con la creazione (e la "pubblicità") stessa
> dell'opera
>
> l'autore detiene allora tutti i diritti sulla stessa, sia
> quello morale (non alterabile) che tutti gli altri diritti diciamo
> "d'uso" (un avvocato mi sputerebbe in faccia) di cui può disporre a
> piacimento
>   
Io preferisco parlare di facoltà e non diritti. Nel DDA, secondo me, ci 
sono due pilastri fondativi che sono il diritto morale (paternità) ed il 
diritto di sfruttamento economico (diritto patrimoniale). Dalla 
combinazione di queste due strutture di base nascono le varie facoltà 
(copia, riproduzione, noleggio, commercializzazione, distribuzione e 
pubblicazione, etc...) definite anche privative. Ma si tratta di 
facoltà, ovvero di modalità concrete dell'esercizio di un diritto, non 
di un autonoma fattispecie soggettiva.
Cmq, se vi interessa qui trovate gli appunti da me scritti per un Master 
all'Università di Cosenza: 
http://cssl.calabria.it/master/?q=node/29#attachments
> ma, nel disporne, occorre che lo faccia in modo giuridicamente
> corretto: se distribuisce l'opera senza specificare i termini di
> licenza o specificandoli "male", allora questo non ha alcuna validità
> legale, per cui è come se non lo avesse fatto: dunque, tutti i diritti
> restano in capo allo stesso autore
>   
Non è che non abbia alcuna validità legale, ma certamente non si tratta 
di una situazione giuridica certa ed irreversibile.
Mi spiego meglio. La GnuGPL (mettiamolo ogni tanto il riferimento al 
bovino africano) è caratterizzata (giuridicamente) dalla clausola di 
copyleft. Tu puoi copiare, riprodurre, studiare e modificare ma se 
distribuisci di nuovo devi applicare la stessa licenza. In questo caso, 
il licenziatario che voglia distribuire (trasformandosi a sua volta in 
licenziante derivato) dovrà rispettare questa condizione, pena la 
reversione dei diritti in capo al pristino titolare(punto 8 nella gplv2 
mi pare, nella 3 nn ricordo ma nn fidatevi della mia memoria) .
Nel caso di una licenza applicata parzialmente o incompleta, nulla 
garantisce il licenziatario che acquisisce copia dell'opera non si veda 
opposte le privative in un secondo momento. Dunque, il regime di 
circolazione dell'opera è incerto soprattutto per chi ne viene in contatto.
In definitiva, si resta vincolati alla buona grazia del distributore 
dell'opera: se questi terrà fede al suo impegno, allora bene; ma se 
costui si rimangia la parola, allora diventa difficile sostenere di 
avere a disposizione il diritto sancito dalla GnuGPL.
Spero di essermi spiegato.
> [...]
>
>   
>>> ==ALTRA DOMANDA==
>>> Prima mi sono dimenticato di chiedertelo. In Italia è valida una
>>> nota del tipo:
>>> "Quest'opera è da considerarsi di Pubblico Dominio"?
>>>   
>>>       
>> L'inserzione di un'opera nel pb comporta una esplicita rinuncia alle 
>> privative da parte dell'autore o del titolare dei diritti sull'opera. 
>> Dunque, è perfettamente ammissibile ed in giro si trovano esempi di
>> note di licenza in tal senso. 
>>     
>
> dal poco che so, il regime del pubblico dominio è una specie di
> giungla: le cose possono cambiare drasticamente da stato a stato...
> un opera X che è PD negli USA magari non lo è il Messico mentre in
> Italia lo sarà comunque fra 10 anni ed in Francia lo è già da 5 anni...
>
> non credo insomma, anche senza entrare in maggiori dettagli giuridici
> (dove mi perderei all'istante), che rilasciare un software come PD
> con l'intento di "liberarlo" sia in fin dei conti una buona idea...
>
>   
>> Il problema, secondo me. è di altro
>> genere. L'apposizione di una scarna indicazione a piè pagina non
>> garantisce in alcun modo sul regime di circolazione dell'opera. Non
>> sarebbe male l'istituzione di un pubblico regirstro (ovviamente nn in
>> mano alla siae) delle opere rilasciate sotto licenze libere o open o
>> sotto pb. 
>>     
>
> mah... non so... resterebbe comunque il problema dei diversi regimi di
> PD nei diversi stati e, forse, sarebbe anche peggio: regimi di PD
> diversi + registri PD diversi...
>   
Questa è un'ottima osservazione. Verificherò la Convenzione di Berna ed 
i Gatt e Trips (si chiamano così) per verificare i principi 
internazionali in materia di PD (ieri ho scritto Pb???).
> da noi poi, ci scommetterei, il registro finirebbe certamente nelle
> mani sbagliate (la SIAE in effetti sarebbe un'ottima candidata...)
>
> in ultimo... è l'idea stessa di registri e schedari in se che mi fa
> venire l'allergia :-)
>   
Bhé. A mio parere è ora che i cittadini della rete si organizzino, o 
meglio che sia maggiore forza alle reti autopoietiche. Un registro 
pubblico, tenuto da un organismo pubblico o da un soggetto cui tutti 
devolvono rispetto (FSF o Creative Commons), non mi pare una cattiva 
idea. D'altronde è anche lo scopo di CostoZero. In realtà se non 
cominciamo a farci le cose da soli e scavalchiamo la Siae o altre 
collecting societies, l'incertezza giuridica attorno al floss ed open 
content rappresenterà, prima o poi, un serio ostacolo al suo sviluppo ed 
agli investimenti pubblici e/o privati.
>   
>> Credo che un valido esempio sia il movimento CostoZero.
>> Firmare digitalmente l'opera con acclusa la licenza può essere una
>> buona cosa.
>>     
>
> su questo concordo pienamente! 
> bravo nuccio che ti sei ricordato di CostoZero!
>
> [...]
>   
>>> Invece è interessante, se hai voglia di farlo ti ringrazio molto.
>>>   
>>>       
>> Ok, mi inviti a nozze. Intano mi studio un pò la AGPL, che essendo 
>> l'ultima arrivata della famiglia è quella meno nota.
>>     
>
> se mi volete partecipo anche io volentieri al pranzo nuziale!
>
> ciao
>
>
> al3xu5 / dotcommon
>
> ---
>
>   
Scappo in Tribunale!!!
Gnuccio


-- 
Nuccio Cantelmi AKA GNUccio
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