[AcLab] R: Dovrei esserne contento, eppure...

Angelo Rosina angros47 a yahoo.it
Mar 24 Nov 2009 10:07:32 GMT


> non credo invece si possa parlare di G come di un qualcosa
> che operi in
> modo trasparente...
> riporto un estratto dell'introduzione del libro "Luci e
> ombre di
> google..." (liberamente disponibile qui: www.ippolita.net)
> che vi invito a
> leggere (sebbene un poco datato):
> 
> "[...] Google ha saputo sfruttare magistralmente il nostro
> bisogno di
> semplicità. [...] 
> .....
> un'autorità assoluta in un mondo
> chiuso. Il modello culturale di Google è dunque
> espressione diretta di un
> dominio tecnocratico. [...]"
> 

Ottimo punto: per contrastare questa situazione, è opportuno disporre di un motore di ricerca libero (altrimenti i nostri discorsi restano solo chiacchiere): Wikia aveva tentato, un paio di anni fa, di realizzare una cosa del genere (wikia search), ma il progetto non aveva funzionato: comunque, era basato su Nutch e Lucene, quindi si può ritentare, volendo.

Il limite di un motore di ricerca "convenzionale" (come Google, Bing o Wikia Search) è dato però dal fatto che comunque opera su un server centralle, e che l' utente non ha modo di sapere cosa viene fatto su di esso (Wikia ti forniva i sorgenti, ma come faccio a sapere che sta usando proprio quelli? E comunque, cosa me ne faccio dei sorgenti, visto che non ho un server altrettanto potente?).

Per questo motivo io suggerivo l' uso di Yacy come alternativa: sfruttando un sistema decentrato e distribuito, si evitano questi problemi.

Ci sono altri sistemi? Qualcuno li conosce? Può essere utile implementare sul sito di AcLab un peer Yacy dimostrativo?



> se con questo intendi dire (spero di no) che la nostra
> vita, la nostra
> libertà, possa o debba essere valutata in termini di
> funzionalità/praticità, allora non posso essere
> d'accordo
> 
> peraltro, autoproduzione, autorganizzazione, autogestione,
> fiducia (come
> quella verso il contadino che conosci bene) dovrebbero
> proprio essere, a
> mio modo di vedere, gli "ideali" di vita verso cui tendere

Quello che intendo dire è: questo modello non è adatto a tutti, e i fatti lo dimostrano; tu (o io) potremmo magari utilizzare un server autogestito, ma quanti ne sono capaci? Quanti hanno VOGLIA di provarci? E finchè si resta in pochi, non è facile ottenere dei risultati concreti.

Il cloud offrirà dei servizi in piu', che con i sistemi locali non si possono avere (anche una wiki in un certo senso è un servizio cloud, e permette un sistema di comunicazione ed informazione che non è possibile con altri metodi): inoltre offrirà un uso semplificato dei sistemi, e tutto questo con una spesa molto bassa: per molti utenti, sarà un' esca irresistibile, e se tu cerchi di informarli dei rischi, sarai semplicemente Cassandra, che aveva ragione ma non veniva ascoltata perchè le sue previsioni erano "scomode". Capisco che ritieni giusto di doverci almeno provare, ma spero che ti renderai conto che, realisticamente, le probabilità di successo non sono molto alte; quello che volevo fare io, quindi, è di studiare e proporre una alternativa ugualmente allettante, in modo da mostrare a tutti che i benefici del cloud si possono ottenere comunque, in modo altrettanto semplice, e non al prezzo di sacrificare privacy e libertà: è un' idea
 simile alla lotta contro il DRM sul software: i sostenitori del DRM dicevano "potrai avere programmi validissimi ad un prezzo scontato, se accetti una piccola limitazione di cui magari nemmeno ti accorgerai"; come argomentare? La cosa migliore (che in effetti ha avuto piu' successo) è di usare il bastone e la carota: da un lato, mostrare tutti i problemi, le incompatibilità, la perdita dei dati (kindle è un esempio), i costi aggiunti (e questo è il bastone), dall' altra mostrare che si possono avere programmi altrettanto validi, ad un prezzo inferiore (gratis), e senza quelle limitazioni (la carota). A quel punto, avrai ottenuto l' attenzione, e potrai essere ascoltato.



> per ora, forse... ma la direzione "100% cloud" verso cui si
> sta andando
> (per la gioia di governi e multinazionali) mi pare
> abbastanza chiaramente
> definita...

Sì, ma non fasciamoci la testa in anticipo: il TCPA sembrava altrettanto definito, poi di fatto è rimasto confinato a dispositivi di secondaria importanza. Il cloud non può inserirsi ovunque, ci sono strutture in cui semplicemente non è adatto: pensa ad una banca, o ad uno ospedale, devono avere dei server propri, non possono acquistare servizi cloud da fuori (una cosa del genere sarebbe del tutto illegale, perchè i dati riservati non si possono comunicare a terzi)



> lo scenario per il futuro (credo plausibile visto che
> conviene a tutti i
> "potenti") mi pare sia:
> - sistema operativo "lockato" sull'hardware

Questo è valido per Apple, ma non mi sembra che Google si stia muovendo in tale direzione: per Android, almeno, ha già chiarito che si può modificare, basta solo togliere alcuni servizi specifici (accesso alle mappe e a youtube): http://punto-informatico.it/2716230/PI/News/google-android-open-ma-non-troppo.aspx

E comunque, con il cloud blindare il sistema può essere superfluo.

> - utenze (leggi: identificazione personale) solo "via"
> internet (no
> internet = no accesso, no utenza = no accesso)

Questa è, effettivamente, la caratteristica (ed il limite) del cloud: del resto, finche non ci sarà la copertura ovunque, non sarà realizzabile, e per come siamo messi in Italia: http://punto-informatico.it/2757755/PI/Commenti/contrappunti-belpaese-non-va-sulla-nuvola.aspx

> - no HD (leggi: i tuoi dati li teniamo "noi"... sai, per il
> tuo bene, per
> ubiquità e maggiore praticità, per garantirti la tua
> stessa sicurezza...)
> - no software installato da parte dell'utente (stesse
> regioni di prima...
> e poi basta con questa rottura di stare a installare,
> configurare, ...)
> 

Quello c' è già, ed un mucchio di utenti lo usano, senza bisogno che nessuno li spinga (basti pensare a FaceBook): è da vedere se sarà una moda passeggera o se si affermerà (in tal caso ci sarà da preoccuparsi davvero: anche se io mi tenessi alla larga da tali servizi, se tutti i miei amici li usano i miei dati sarebbero raccolti comunque, partendo dalle informazioni frammentarie di chi mi conosce)

> > oppure per i
> > sistemi embedded (certo non lo vorresti nel computer,
> ma nel televisore?
> La
> > possibilità di navigare dal televisore potrebbe anche
> non essere così
> > male). 
> 
> mi pare si possa già fare benissimo anche senza G (per
> esempio: mythtv e
> progetti similari)

mythtv mi sembra un software per la videoregistrazione: io pensavo di usare proprio la TV come terminale internet (sto guardando il TG, vedo una notizia che voglio approfondire, passo su internet, me la cerco, torno sul TG); per quello, può essere utile un sistema operativo che faccia solo da browser (e non ho bisogno di servizi cloud, tutt' al piu' il motore di ricerca predefinito potrebbe essere Google)

> 
> > Per il momento, non ho l' impressione che Google punti
> tanto a
> > sostituire il computer, quanto a creare un settore
> nuovo, con
> applicazioni
> > che non sono possibili con i sistemi tradizionali.
> 
> più che un nuovo settore mi pare cerchi di creare un nuovo
> mercato da
> dominare...

Questo lo fanno un po' tutti

> 
> > Intanto, come misura precauzionale, direi che ci sono
> due linee
> d'azione:
> > 
> > 1) Realizzare uno o più sistemi operativi con
> requisiti relativamente
> > ridotti: 
> 
> mi pare ce ne siano già in abbondanza

Ma ogni sistema rende al meglio con un OS fatto su misura.

> 
> > fortunatamente, Chrome richiede parecchia memoria (per
> poter
> > fornire una velocità elevata), ed il kernel linux è
> in buona parte
> aperto:
> 
> giusto per la precisione, ricordiamoci che aperto non vuol
> dire libero

Mi basta poterlo sostituire con una variante modificata (o anche con un altro kernel, di un' altra distro)


> > di 20 mega, quindi non dovrebbe essere un problema
> infilare tutto questo
> al
> > posto di ChromeOS, o anche a fianco): 
> 
> si... almeno finché ce lo lasciano fare...

Per questo continuo a dire che il rischio viene dai sistemi hardware blindati, piu' che dal cloud

Comunque, ormai usano tutti memorie flash al posto delle ROM, e sistemi operativi aggiornabili, quindi probabilmente rimarrà possibile.


> 
> tipo il lemote yeeloong con su gNewSense???
> http://www.tekmote.nl/epages/61504599.sf/nl_NL/?ObjectPath=/Shops/61504599/Products/CFL-004
> http://wiki.gnewsense.org/Projects/GNewSenseToMIPS

Ad esempio

> > è per questo che dicevo che il vero pericolo
> > viene da Apple, non da Google)
> 
> sicuro? io direi da tutti e due:
> http://punto-informatico.it/2758175/PI/News/android-chrome-os-prossimamente-insieme.aspx
> google <---> chrome <--> android <-->
> apple

L' articolo nomina solo Android e Chrome, di Google.

> 
> > 2)Usare un mini-server, [...]
.....
> 
> ed ecco che alla fine si arriva a parlare di autogestione!
> così sì che mi piace!

Certo, su un miniserver puoi mettere anche Yacy, e così sei indipendente anche per la ricerca: inoltre, puoi avere un mucchio di possibilità in piu', anche rispetto ad un computer "normale", e non ti precludi nessuna opzione.

> 
> > A questo punto, cosa gira sul portatile non ha più
> nessuna importanza.
> 
> beh insomma... averci su m$ win che "rigira" i miei dati a
> CIA e NSA una
> qualche "importanza" per me lo ha...

Windows non è il sistema piu' adatto per un terminale...

Stavo pensando, però, che in un caso del genere anche una versione di ChromiumOS (magari una sorta di IronOS, cioè un Chromium "ripulito") andrebbe piu' che bene.

> su questo concordo: occorre diffondere consapevolezza su
> questi temi
Non solo consapevolezza, ma anche soluzioni "reali", realizzabili da chiunque senza troppe difficoltà.

> mah... io il discorso lo faccio comunque, alternativa o no

Va benissimo, quello che ti dico è che il discorso, da solo, serve fino a un certo punto.



> scusa ma anche su questo proprio non concordo
> 
> abbiamo appena detto che il "vero" problema si ha con
> l'hardware, con i
> dispositivi blindati...
> abbiamo appena detto che è fondamentale diffondere
> consapevolezza su
> questi temi...
> 
> ora, quando mai i produttori hardware smetteranno di
> produrre dispositivi
> di blindatura (TC) e/o con firmware chiusi proprietari
> fintantoché ci sarà
> gente che, per praticità e funzionalità, continuerà ad
> usare sistemi non
> liberi, magari anche solo in parte e, guarda caso, proprio
> nei "pezzi" di
> software che servono a far funzionare i dispositivi non
> liberi?
> 
> con le (poche) distribuzioni GNU/Linux VERAMENTE libere al
> 100% un bel po'
> di dispositivi hardware non funzionano proprio perché
> queste distro non
> includono i "pezzi" di software non libero necessari a far
> funzionare quei
> dispositivi: se tutti usassero SOLO queste distribuzioni
> allora, forse, si
> potrebbe in qualche modo "forzare" i produttori a
> "liberare" l'hardware

Sì, ma il punto è: quante persone riesci a convincere ad usare distribuzioni 100% libere?
E comunque, su Ubuntu mi pare che siano soprattutto le schede nVidia a non avere driver liberi, per quasi tutto il reso mi pare ci siano.

Le distribuzioni meno libere sono quelle embedded, tipo quella TiVo.

> 
> insomma, gli utenti dovrebbero usare distribuzioni
> veramente libere
> proprio e solo perché solo davvero libere e non per
> ragioni di praticità o
> funzionalità o economicità...

Anche qui... pochi utenti si lasciano convincere con simili argomenti (pensa a quanta gente ha comprato l' iPhone, con tutte le sue implicazioni): se il venditore si ritrova comunque un numero di clienti sufficiente, insiste sulla stessa linea, così gli utenti che magari avevi convinto si trovano svantaggiati, e lasciano perdere (e a quel punto non ti ascoltano piu')

Capisco che tu preferisca "pochi ma buoni", ma così facendo non puoi fare molto.


> 
> se invece si ragiona in termini di praticità o
> funzionalità o economicità
> cade miseramente tutto il discorso... 
> cosa cambia per un produttore hardware se i suoi
> dispositivi non liberi
> sono usati da un utente M$ o da un utente Ubuntu? perché
> mai dovrebbe
> preoccuparsi di "liberare" l'hardware che produce?
> cosa cambia in termini di libertà tra un utente M$ che ha
> una scheda video
> Nvidia e usa Office e fa siti in Flash e un utente Ubuntu
> che usa la stessa
> scheda con i driver proprietari, usa openoffice ma salva in
> formato .doc e
> installa il plugin flash su Firefox? e che fine ha fatto la
> consapevolezza
> di questi utenti?

Cambia che dà meno soldi ai produttori di software proprietario, e non mi sembra un cambiamento da poco. Finchè tali utenti continuano ad alimentare il mercato delle licenze proprietarie, non ci sarà mai la speranza di cambiare qualcosa, perchè i venditori rispondono "io guadagno di piu' così, non mi interessa se a te sarebbe piuì comodo fare le cose in un altro modo, tu non paghi, quindi perchè dovrei accontentarti")


> 
> forse allora (tornando al discorso iniziale sulla
> "trasparenza" di G) M$ è
> "meglio" di Canonical perché almeno è trasparente: chi
> usa windows sa di
> usare un sistema non libero, chi usa Ubuntu spesso invece
> non lo sa...

Spero che tu lo dica come provocazione ;-)

bye


      



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