[AcLab] minimalismo: contromosse
al3xu5 / dotcommon
dotcommon a autistici.org
Gio 17 Set 2009 19:39:41 BST
Il giorno mercoledì 16/09/2009 12:13:32 CEST
Angelo Rosina <angros47 a yahoo.it> ha scritto:
> Comprendo perfettamente, ma, a meno che tu non abbia la possibilità
> di fornire l' hardware per tutti, dobbiamo tener presente che per
> realizzare quanto dici sarebbe comunque necessario acquistare
> hardware (o almeno riciclare quello vecchio),
la seconda non sarebbe male...
> e che se si troverà in
> vendita solo hardware con prestazioni ridotte
le prestazioni dipendono anche da cosa si vuol fare...
> (o se si dovranno
> riutilizzare computer presi dalle soffitte o dalle cantine) occorrerà
> un software adeguato.
GNU/Linux ci viene in aiuto no?
> Del resto, ipotizziamo pure di essere in grado
> di fornire anche l' hardware: hardware libero, con processori
> progettati e realizzati da noi, magari realizzati con una
> stampante .... non sto delirando, leggete:
> http://gizmodo.com/5028069/scientists-make-first-paper+based-transistor
> http://www.spectrum.ieee.org/computing/hardware/paper-transistor
> http://www.americanscientist.org/issues/pub/printing-plastic-transistors
la diffusione capillare di hardware libero, nell'attuale sistema di
produzione/consumo, passa per un qualche produttore industriale che lo
commercializzi... e ciò significa che i "consumatori" dovrebbero essere
interessati ad acquistarlo... cosa (per mille ragioni che non ho modo
di approfondire ora) abbastanza fantascientifica ad oggi...
> Pensate che sia più fattibile realizzare una versione "artigianale"
> di un quad-core, o di un umile 286? Ok, sto esagerando, ma era per
> rendere l' idea.
eh eh... capito...
> Quindi, per progettare il "microsistema
> alternativo", i punti essenziali sarebbero:
> -portatili: occorre la
> possibilità di usarli come computer indipendenti, ed occorre la
> possibilità di usarli come terminali verso qualsiasi fornitore.
> Possiamo aspettarci che in futuro ne vendano alcuni "castrati" in
> modo da funzionare solo come terminali, e solo verso uno o due
> fornitori (già lo stanno facendo con i cellulari): quindi, occorre un
> sistema operativo libero, abbastanza piccolo da poter funzionare
> sempre, e potrebbe non essere male riuscire a realizzare un portatile
> con hardware open.
> Io suggerivo di basare il software di tali
> portatili su freedos, ma anche haiku, damnsmalllinux o aros
> potrebbero andare: l' ideale sarebbe di averli a disposizione tutti,
> poi ognuno si sceglie quello che vuole
e se li venderanno tutti "castrati"? tutti preinstallati e
preconfigurati, con sistemi TC/DRM (o con una bella legge penale) che
impediranno di modificare sia l'hardware che il software che la
configurazione?
e questa non mi sembra fantascienza...
> -server: molti vecchi computer
> vanno bene; proponevo anche di valutare soluzioni come i plug
> computers (costano meno e consumano meno), così ognuno può avere il
> proprio server sempre acceso in casa. Naturalmente, il sistema
> operativo da usare sarebbe linux, o al massimo freeBSD, non ci sono
> tante alternative.
> Oltre ad usarli come server (magari anche con X
> server, oppure con eyeos), si potrebbero usare anche per il grid
> computing e per servizi P2P: i dati che non intendo tenere segreti
> potranno essere copiati su più peer, così sarà più facile
> conservarli.
se parliamo di sistemi veramente liberi ce ne sono molti meno... e il
fatto in se che un software sia libero non è automaticamente una buona
cosa...
ricordiamoci ad esempio che il kernel Linux "ufficiale" di fatto NON è
libero: include, ad esempio, svariati blob (file binari precompilati,
senza alcun sorgente a disposizione e con licenze proprietarie non
libere) che, guarda caso, servono proprio a far funzionare i firmware di
molte periferiche: ecco come Linux "aiuta" i produttori a non liberare
l'hardware che producono...
ricordiamoci ad esempio che la stragrande maggioranza delle
distribuzioni GNU/Linux (comprese anche quelle che hai citato) NON sono
veramente libere
http://www.gnu.org/distros/free-distros.html
http://www.gnu.org/philosophy/common-distros.html
http://www.gnu.org/philosophy/free-system-distribution-guidelines.html
ricordiamoci ad esempio che per far funzionare un grosso datacenter con
hardware un po' particolari (ad es. sisteme bladecenter o certi sistemi
di storage) usando GNU/Linux occorre giocoforza usare RedHat o SuSE:
ecco come GNU/Linux viene usato (allo stesso modo di come fa Microsoft)
per introdurre dei meccanismi di lock-in...
e se si lavora in un ambiente misto come un dominio Microsoft con
servizi su server GNU/Linux, allora, per cavarne piede senza impazzire,
si finisce su certi sistemi "liberi" i cui produttori hanno fatto
accordi con Microsoft...
ricordiamoci ad esempio che google, facebook ecc. utilizzano sistemi
GNU/Linux ed applicativi liberi, ma fanno comunque ciò che fanno...
ricordiamoci ad esempio che posso erogare dei servizi cloud/saas con
software libero, pure AGPL, ma che (se ne è discusso qualche tempo fa)
ci posso tranquillamente "abbinare" qualsiasi altro pezzo di software
proprietario...
software libero vuol dire "solo" che la licenza sul codice sorgente è di
un certo tipo. punto. cosa si fa con quel software è altra cosa, che
esula completamente dalla licenza...
il problema e la soluzione, quindi, non possono essere solo tecnici o
legali (e allora non tutte le soluzioni "funzionali" sono equivalenti)
ed il senso della mia email precedente era proprio questo
nota (angelo) - spero non avrai frainteso: apprezzo e rispetto il tuo
contributo al quale volevo, semplicemente, affiancare il mio
saluti
al3xu5 / dotcommon
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