[AcLab] minimalismo: contromosse

Angelo Rosina angros47 a yahoo.it
Ven 18 Set 2009 17:23:01 BST


--- Gio 17/9/09, al3xu5 / dotcommon <dotcommon a autistici.org> ha scritto:

> Comprendo perfettamente, ma, a meno che tu non abbia la possibilità
> di fornire l' hardware per tutti, dobbiamo tener presente che per
> realizzare quanto dici sarebbe comunque necessario acquistare
> hardware (o almeno riciclare quello vecchio), 

la seconda non sarebbe male... 


Lo penso anch' io, l' unico problema è che l' hardware vecchio prima o poi può rompersi...
Comunque, quanto vecchio? Io uso abitualmente un PC del 2001 con Knoppix su 128M di ram, e va benissimo: mi piacerebbe poter riciclare anche 286, 386 e simili... Su 286 linux non va (ed ELKS mi sembra troppo incompleto).

C'è il GEM, che però era per XT... qualcosa di equivalente a Windows 3.1, una via di mezzo, non c' è nel software libero. Per questo insistevo nel voler organizzare una petizione per "liberare" qualche vecchio programma (così come è stato liberato GEM): più possibilità ci sono, maggiori saranno i computer riutilizzabili (se il software per riciclarli è proprietario, e costa quasi quanto un computer nuovo non ne vale la pena)

le prestazioni dipendono anche da cosa si vuol fare...

Come avevo già scritto in un altro intervento, mi sembra ragionevole almeno un pacchetto da ufficio (stile openoffice, anche se magari ridotto), un programma per le immagini, un browser, ed un sistema rapido di programmazione (alla QBASIC, per impostare i problemi più complessi come mini-programmi specifici)

Ah, sì, anche una versione di mplayer non guasta, grazie.
> (o se si dovranno
> riutilizzare computer presi dalle soffitte o dalle cantine) occorrerà
> un software adeguato. 

GNU/Linux ci viene in aiuto no?

Come ho già detto, taglia fuori del tutto i 286, ed in parte i 386. Di sicuro è parte della soluzione (c' è perfino per amiga e macintosh), ma lascia qualche nicchia scoperta, e non vedo ragione per non provare a colmare anche tali nicchie.


la diffusione capillare di hardware libero, nell'attuale sistema di
produzione/consumo, passa per un qualche produttore industriale che lo
commercializzi... e ciò significa che i "consumatori" dovrebbero essere
interessati ad acquistarlo... cosa (per mille ragioni che non ho modo
di approfondire ora) abbastanza fantascientifica ad oggi...


Esiste almeno un esempio di hardware che sfugge a questa logica:
http://reprap.org/bin/view/Main/WebHome


Può fabbricare oggetti in plastica ed in altri materiali, e può realizzare circuiti elettrici.
Il giorno che diventasse in grado di sfornare circuiti integrati, stampando i transistors, il processore "artigianale" sarebbe una realtà.

> Pensate che sia più fattibile realizzare una versione "artigianale"
> di un quad-core, o di un umile 286? Ok, sto esagerando, ma era per
> rendere l' idea. 

eh eh... capito...

vedi sopra

e se li venderanno tutti "castrati"? tutti preinstallati e
preconfigurati, con sistemi TC/DRM (o con una bella legge penale) che
impediranno di modificare sia l'hardware che il software che la
configurazione?

Non occorre neanche una legge penale: basterebbe darli in affitto (come i decoder Sky, o i telefonini 3), abbinati all' abbonamento a internet e servizi cloud, e con case sigillato che si può aprire solo rompendolo: manometterli significherebbe violazione del contratto e danneggiamento di proprietà altrui, quindi in primo luogo ti disconnettono (ed allora aver modificato il sistema serve a poco), poi se lo riprendono e ti chiedono pure i danni.

e questa non mi sembra fantascienza...

Vabbè, potremmo sempre:
1) riciclare i vecchi computers (non buttateli, mi raccomando ;-))
2) fabbricarcene di nuovi con reprap (un  po' fantascientifico, ma quando abbiamo finito quelli vecchi....)

Comunque, avevo letto che persino il Kindle (che pure nasce con altro scopo) si può trasformare in palmare con linux, quindi trovare qualche cianfrusaglia elettronica scassata e cannibalizzarne i componenti per costruire un computer nuovo forse è possibile.

se parliamo di sistemi veramente liberi ce ne sono molti meno... e il
fatto in se che un software sia libero non è automaticamente una buona
cosa...

ricordiamoci ad esempio che il kernel Linux "ufficiale" di fatto NON è
libero: include, ad esempio, svariati blob (file binari precompilati,
senza alcun sorgente a disposizione e con licenze proprietarie non
libere) che, guarda caso, servono proprio a far funzionare i firmware di
molte periferiche: ecco come Linux "aiuta" i produttori a non liberare
l'hardware che producono...

ricordiamoci ad esempio che la stragrande maggioranza delle
distribuzioni GNU/Linux (comprese anche quelle che hai citato) NON sono
veramente libere
http://www.gnu.org/distros/free-distros.html
http://www.gnu.org/philosophy/common-distros.html
http://www.gnu.org/philosophy/free-system-distribution-guidelines.html

ricordiamoci ad esempio che per far funzionare un grosso datacenter con
hardware un po' particolari (ad es. sisteme bladecenter o certi sistemi
di storage) usando GNU/Linux occorre giocoforza usare RedHat o SuSE:
ecco come GNU/Linux viene usato (allo stesso modo di come fa Microsoft)
per introdurre dei meccanismi di lock-in...

Capisco il problema,  in linea di principio, ma comunque è meno grave di un sistema interamente non-libero: ho comunque la possibilità di adattare il sistema ad un hardware diverso (su cui i firmware proprietari, specifici per altro hardware, andrebbero scartati comunque), e tali firmare sono troppo specifici per poter includere sistemi veramente pericolosi (come quelli del trusted computing)

Il principio è sbagliato, ma è comunque un problema più risolvibile di altri.


e se si lavora in un ambiente misto come un dominio Microsoft con
servizi su server GNU/Linux, allora, per cavarne piede senza impazzire,
si finisce su certi sistemi "liberi" i cui produttori hanno fatto
accordi con Microsoft...

ricordiamoci ad esempio che google, facebook ecc. utilizzano sistemi
GNU/Linux ed applicativi liberi, ma fanno comunque ciò che fanno...

ricordiamoci ad esempio che posso erogare dei servizi cloud/saas con
software libero, pure AGPL, ma che (se ne è discusso qualche tempo fa)
ci posso tranquillamente "abbinare" qualsiasi altro pezzo di software
proprietario...

Quando il software gira sul computer di un altro, non sai cosa fa; questo vale anche per i computer che usi al lavoro, se non sono tuoi (magari ci hanno messo un programma che segnala se visiti siti non pertinenti alla tua attività).

L' unica soluzione è: se metti i tuoi dati sul server di qualcun altro, dai pure per scontato che chiunque li potrebbe vedere, e regolati di conseguenza. Se non vuoi che qualcuno legga i dati che hai caricato su FaceBook, perchè li hai inseriti? In questi casi il problema è nell' atteggiamento dell' utente, che si comporta in modo incoerente, e per questo non si può fare nulla (esistono contraddizioni più gravi, c' è gente che si lamenta dell' inquinamento dell'aria perchè gli rovina i polmoni e poi fuma 80 sigarette al giorno, il concetto è lo stesso)


software libero vuol dire "solo" che la licenza sul codice sorgente è di
un certo tipo. punto. cosa si fa con quel software è altra cosa, che
esula completamente dalla licenza...

Sicuramente, c' era addirittura un virus (uno dei pochissimi per linux) con licenza GNU GPL (l' autore aveva il senso dell' umorismo)


il problema e la soluzione, quindi, non possono essere solo tecnici o
legali (e allora non tutte le soluzioni "funzionali" sono equivalenti)

ed il senso della mia email precedente era proprio questo

nota (angelo) - spero non avrai frainteso: apprezzo e rispetto il tuo
contributo al quale volevo, semplicemente, affiancare il mio

non ho frainteso: come ho già detto in un altro post, penso anche io che occorrano entrambi gli approcci per arrivare ad un risultato.

saluti
al3xu5 / dotcommon

 
bye


      
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