[AcLab] minimalismo: contromosse

NW/315 nw315 a cryptolab.net
Ven 18 Set 2009 14:34:05 BST


Nuccio Cantelmi ha scritto:
> al3xu5 / dotcommon ha scritto:
>> ciao a tutti/e
>>
>> in questo periodo non ho tempo di nulla ma vorrei comunque dire
>> qualcosa anche io su questa questione
>>
>> la mia sensazione Ú che nell'ampia ed interessante discussione si sta
>> perdendo di vista qualcosa, "adagiandosi" su dei paradigmi che ci
>> vengono "imposti"...
>>
>> chi l'ha detto che ci devono essere dei gestori che centralizzano certi
>> servizi, che accumulano (sottraendoceli) dati, informazioni e
>> conoscenza, portandoci ad auto-minimalizzarci (cosa in se e per se non
>> negativa) per "contrastare" qualcosa che così invece, di fatto,
>> accettiamo e subiamo?
>>
>> la rete Ú per "natura" distribuita, le persone hanno capacità 
>> intellettive, sono capaci di organizzarsi, di collaborare e
>> condividere...
>>
>> allora forse si tratta di rifiutare e di uscire da certe impostazioni e
>> logiche "mercantili" che ci prospettano le cose in un certo modo come
>> fosse l'unico mentre unico non Ú, che ci condizionano fino a farci
>> accettare e desiderare cose che altrimenti non accetteremmo e che non
>> vorremmo, che ci fanno "combattere" contro qualcosa standone
>> però talmente all'interno da risultarne parte essenziale...
>>
>> potremo autorganizzarci, potremo autogestire dati e servizi, potremo
>> condividere capacità , conoscenze, esperienze, potremo evitare di
>> affidare i nostri dati, i nostri pensieri, le nostre
>> creazioni e la nostra socialità a chi Ú interessato solo ai soldi o al
>> controllo sociale...
>> insomma (e cito il manifesto di aclab): "Autogestione di ciò che
>> abbiamo, autorganizzazione delle nostre vite,
>> autodeterminazione di ciò che siamo. Condividendo sforzi, saperi e cose
>> materiali."
>>
>> dunque, non cercare soluzioni per sopravvivere dentro un "sistema" che,
>> in questo modo, finiamo per accettare, ma cercare dell'altro, un NOSTRO
>> (di tutti gli uomini) microsistema alternativo, fondato da e su NOI
>> stessi, che ci permetta di riappropriarci delle nostre vite, fuori da
>> schemi di "mercato", di potere e di controllo...
>>
>> voglio mandarvi delle email dal mio piccolo server di posta senza
>> dover consegnare la mia vita ai messaggi di facebook, voglio parlare
>> con voi sul server IRC gestito da qualcuno di voi senza essere
>> tracciato dalla chat MSN, voglio scrivere poesie insieme a
>> chi voglio senza che google si appropri della mia anima...
>>
>>
>>   
> Ciò che tu dici Ú pienamente valido e condivisibile. Ma.... comporta
> competenza, passione, risorse, tempo, voglia, necessità . Comporta,
> soprattutto, che tutto ciò incontri la massima diffusività e la
> massima attenzione. Non serve a nulla che io sia immune dal cloud
> maligno. Il problema, o Ú generale e collettivo, o non Ú un problema.
> Lo studio ed il vaglio di tutte le soluzioni possibili, anche quelle
> meno estreme, che possono avere la funzione di contrasto immediato,
> una sorta di primo fronte, non sono da scartare.
> Neppure, nascondere la testa sotto la sabbia e negare che CC e SaaS e
> derivati siano tra noi ormai in modo invasivo e pervasivo. Chi ha
> avuto modo di soffermarsi sulla reclame Telecom Italia "Impresa
> Facile" si Ú reso conto che anche i grandi provider stanno
> abbandonando la semplice fornitura di connessione (la telefonia e
> l'internet avranno in futuro un valore marginale di profitto prossimo
> a zero) per divenire fornitori di servizi. Servizi SaaS, appunto.
> Molte delle aziende informatiche per cui presto consulenza legale ci
> stanno pensando o ci stanno già lavorando...
> In breve, siamo circondati ed occorre una strategia a breve termine,
> mentre si pensano soluzioni a lunga gittata.
> La strada suggerita da Angelo merita rispetto, se non altro sul piano
> dello studio e dell'approfondimento. Lo spirito dell'hacker impone la
> ricerca, la conoscenza e la condivisione, non il rifiuto, soprattutto
> di tecnologie che ci sono e contro cui dobbiamo combattere.
> E' nostro dovere sondare tutte le possibilità , anche quelle meno
> oltranziste e, forse, più di compromesso nel mentre, con
> divulgazione, condivisione e ricerca, troviamo il modo di superare le
> difficoltà più grandi.
> L'evoluzione non fa salti...
>
> Gnuccio
>
>
>
Salve a tutti, per prima cosa mi spiace di non aver potuto partecipare
ultimamente ma anche io sono un pochino incasinato con alcune cose.
Devo dire che la discussione comunque diventa molto interessante e
questo per quanto mi riguarda è un buon segno, anzi, approfitto per dire
che quando assieme a Sante ed altri pochi gatti abiamo pensato al
progetto AcLAB non ci aspetavamo nulla di diverso, credo, ma Sante potrà
smentirmi:)

Il primo obiettivo era sicuramente quello di parlare dei pericoli del CC
e di cercare di condividere con altri il nostro pensiero offrendo delle
alternative. In un modo o nell'altro questo sta accadendo per cui non si
può che essere felici.

Cercherò di riprendere il filo del discorso per quanto poco sia il tempo
a mia disposizione in questo momento e mi riservo di buttare giù altre
righe più avanti..perdonate se farò un miscuglio più che un sunto ma le
discussioni sono diverse e tutte meritevoli di maggiore impegno.

Si è parlato molto di alternative ed ognuno credo che abbia un modo di
vedere certe possibilità diverso e tutto personale, questo è solo buono
perché è solo dal confronto e nel confronto che si imparano le cose nuove.

Alcuni di noi vorrebbero percorrere una strada che accoglie la
possibilità di certi compromessi ed altri un po meno o forse per niente,
questo invece è solo rispettabile.
Anche io sono della idea che i passaggi intermedi possono trasformarsi
in piccole prigioni, per esempio limitarsi ad utilizzare distribuzioni
non libere, accontentandoci solo perché non sono Windows o Mac; poi
sappiamo tutti che in certi contesti, soprattutto professionali adottare
una scelta che non accetta compromessi è molto difficile se non
impossibile, se si vuole lavorare. Il discorso è molto complesso.


Lasciando perdere il discorso legato ad alternative e scelte tecniche
che sono tutte degne di essere discusse, vorrei parlare di un argomento
che ancora non è stato toccato o che per lo meno è stato considerato
solo di striscio. Vorrei parlare di abitudini digitali e di mode della
rete o per meglio dire, le mode del mondo telematico. Potremmo anche
parlare di vizi informatici che oramai si sono talmente radicati
nell'uso quotidiano di tutti...più o meno.
Noi magari non ci facciamo caso, ma quando abbiamo parlato di
condivisione, di p2p, di diritto di autore e social networks, abbiamo
parlato in un certo senso di vizi digitali che fanno parte di questa era
di internet come altri ne hanno caratterizzato i primissimi periodi.
Abbiamo detto che i buoi sono già scappati e che viviamo già e di fatto
in un era di controllo da parte di differenti organismi esterni e non.
Abbiamo in pratica ammesso che non appena ci si collega alla rete si
cade sotto un controllo che è difficile eludere; abbiamo detto, io
personalmente ne sono convinto, che cercare di rendere la vita difficile
a questi enti è sicuramente un passo necessario, lasciare meno dati
possibile, dire, se non lo vogliamo, il meno possibile di noi e della
nostra vita, cercare insomma di essere liberi.

L'altrnativa di un server personale di posta certo che non ci rende
esenti da uomini in mezzo, ma questo fa parte del protocollo, di come i
dati viaggiano nella rete, che siano crittati o meno, come giustamente
si è obiettato. Di fatto l'utilizzo di certe tecniche rende la vita
difficile a chi cerca invadere ingiustamente la nostra libertà digitale
o privacy che dir si voglia.

ma torniamo ai vizi,


I servizi pesati per persona, SaaS e CC, non potranno mai offrire la
stessa varietà di vizi digitali che ora la rete offre a chiunque. L'idea
del terminale può funzionare per chi la rete non la utilizza appieno; ma
non funzionerà mai per un giovane che ha voglia di fare, scoprire,
scaricare, frequentare forum, hackerare etc etc.
Per cui a mio parere dovremmo considerare che non sarà solo
l'imposizione di certa tecnologia a far funzionare la rete e a darle una
forma, ma come sempre, sarà la voglia di esplorare e di vedere cose
nuove che da sempre ha animato una enorme fetta di popolo digitale.
Impore una tecnologia che troppo taglia le gambe e troppo tarpa le ali
non è un mezzo conveniente per nessun provider di servizi.

Se tu mi fornisci un terminale che in pratica mi permette di accedere
solo a cose controllate o che non mi permette certe connessioni, io
semplicemente non lo compro e come me farebbe la maggior parte della
gente che ha meno di 60 anni.
Di certo non avrebbe senso commercializzare solo un prodotto per
dummies, sarebbe necessario lasciare ad una grossa fetta qualcosa di
meglio di un terminale.
Continueranno ad essere prodotti mostri con 4 terabyte di hd e
multiprocessori spaziali, perché purtroppo troppa gente guadagna milioni
da quel mercato.
I nostri vizi digitali, la abitudine a voler storare le foto ed i
documenti nelle nostre macchine sarà sempre appoggiata dalla
commercializzazione di memorie esterne sempre più piccole e potenti.
Continueranno ad essere prodotti e promossi centinaia di os e di
distribuzioni ed alcune saranno libere, altre saranno chiuse e peggio ci
saranno quelle che si spaccieranno per libere senza esserlo.

Le mie alternative, oltre all'apertura verso qualsiasi argomento, sono
quelle di utilizzare solo ed esclusivamente sw libero quando non sono
assolutamente costretto da dati di fatto oggettivi ad usarne uno chiuso;
offuscare la mia identità il tanto che basta  e quando ritengo che sia
opportuno, Proteggere le mie comunicazioni o per lo meno sapere che se
voglio posso farlo e che se non lo faccio corro dei rischi. La
consapevolezza del mio essere digitale che vale tanto quanto il mio
essere materiale, tanto da diventare la stessa cosa, sono la stessa
cosa; lasciare il minor numero di dati possibili che mi riguardano a
gente che non conosco e che non mi garantisce.
Per ottenere questi risultati consapevolmente bisogna accettare il fatto
che essi non portano ad una protezione totale ma solo parziale. La
protezione totale non esiste, per ottenerla bisogna star fuori dalla
rete e questo è chiaramente inacettabile.
 
Se il mio amico vuole facebook io gli dico a che cosa deve stare
attento; se vuole windows o un altro os chiuso lo informo della
esistenza di sistemi completamente liberi e del pericolo insito, oltre
che dell'errore di economia mondiale che sta contribuendo a sviluppare
utilizzandone uno chiuso.
E così via.

Oggi ci sono dei problemi che si trasformeranno in problemi ancora più
grossi domani, ma abbiamo anche una comunità digitale che non è tutta in
grado di veder chiaro nel futuro, presa com'è dalla vita di tutti i giorni.
Anche un potenziale interessato a fare dell'attivismo che sta imparando
che sta leggendo e che si documenta deve sbattersi con una mole ti
informazioni paurosa ed in continuo cambiamento.
Intanto però a casa possiede un computer ed usa del software, ancora non
possiede il terminale di cui qui si discute come mezzo telematico del
futuro, anche se giustamente qualcuno ne ha già visto i primi germogli.
Noi dobbiamo per prima cosa dire a tutte queste persone: guarda che
esiste anche altro e mostrare che è possibile fare un sacco di cose
anche con il free software.

Comunque, rispettando ad anzi plaudendo le alternative ed i punti di
vista espressi, resta un nodo da sciogliere: Software libero o anche no?
Sono due modi diversi di vedere le cose che portano a considerazioni e
risultati differenti.

Se diciamo che bisogna utilizzare sw libero ove possibile vuol dire che
invece di consigliare Ubuntu dobbiamo consigliare gNewSense (od altre
distribuzioni libere) e se qualcuno incontra dei problemi con una distro
libera (che poi si incontrano anche con ubuntu) dobbiamo essere pronti a
dare una mano se possiamo.

Il discorso del CC poi è ancora più complesso come si vede chiaramente e
secondo me oggi prima di domani è una questione di consapevolezza digitale.

Comunque grazie per la pazienza e per lo spunto, a tutti.
Alla prossima.
Salute!

NW






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