[AcLab] Profilazione: un'occhiata ai pro e ai contro

al3xu5 / dotcommon dotcommon a autistici.org
Mar 9 Feb 2010 21:01:21 UTC


Il giorno martedì 09/02/2010 10:01:34 CET
Angelo Rosina <angros47 a yahoo.it> ha scritto:

> > 
> > DNA, in USA si schedano i neonati
> > Test del taciti e obbligatori per i bebè nati negli
> > States. Ciò che
> > preoccupa di più sono le politiche, variabili a seconda
> > dello stato, che
> > regolano il trattamento di questi dati
> > http://punto-informatico.it/2806680/PI/News/dna-usa-si-schedano-neonati.aspx
> > 
> > 
> > è scienza? medicina? prevenzione? 
> > per me no. puro controllo.
> 
> Il tuo è un ottimo esempio: nel caso citato, infatti, non esiste una
> regolamentazione, e si abusa della possibilità di screening genetico:
> una cosa del genere, oltre ad avere implicazioni decisamente
> sgradevoli (per usare un eufemismo), è decisamente in contrasto con
> la più elementare etica medica.

già... però in compenso va benissimo agli interessi delle assicurazioni
private che negli USA controllano la sanità e che saranno felicissime
di impossessarsi dei dati sul DNA dei loro prossimi clienti....

> I punti che rendono la situazione descritta inaccettabile, dal punto
> di vista medico, sono fondamentalmente questi:
[...]

> Pertanto, ritengo che una cosa del genere andrebbe proibita, ed
> andrebbe invece imposto un regolamento di questo tipo:
> 
> -L'analisi genetica deve essere su base volontaria: 
[...]
> - In qualunque momento, il soggetto deve poter richiedere ed ottenere
> la cancellazione dei suoi dati: inoltre, spetta a lui stabilire se
> tali informazioni potranno essere usate ai fini di ricerca medica
> oppure no.
> - I dati devono essere tutelati dal segreto tra medico e paziente:
> non devono poter essere divulgati a terze parti, e nemmeno la polizia
> deve poter accedere ad essi senza un mandato del giudice (così come
> non può entrarti in casa senza un mandato di perquisizione)
> - L'uso di tali dati ai fini di ricerca scientifica deve essere
> impostato in modo da non rendere identificabili gli utenti.

per me un regolamento o una legge del genera non potrebbe che essere il
minimo

ma, chi fa le leggi, dirà molto probabilmente che queste cose sono
difficilmente accettabili sia rispetto alle "ricadute economiche" che
rispetto alle "esigenze di sicurezza"...

e se anche fosse... le leggi poi si interpretano... e si applicano
spesso a "geometria variabile" secondo i casi (ossia gli interessi di
certi piuttosto che di altri)

> Che ne pensate?

che apprezzo sicuramente l'analisi che hai fatti qui e in altre
email precedenti

ma vorrei provare comunque a ribadire/spiegare in breve il senso delle
cose che dicevo prima nelle altre mie...

non si può affrontare la privacy solo dal punto di vista di una analisi
(costi/benefici o altra analisi che sia) limitata ad uno o più campi
specifici (come possono essere quello medico o quello normativo):
entrano sempre e comunque in gioco tanti altri fattori, oggi certuni e
domani tal altri...

oggi questi fattori sono principalmente legati al fatto che le
relazioni economiche e sociali si esplicano in un contesto di
mercato neo-capitalistico globale finanziario finalizzato come mai
prima al puro profitto

stati, governi, legislazioni sono dei dispositivi oramai a completa
disposizione degli interessi di questi mercati che li plasmano e
e li usano per i loro scopi

la progressiva dematerializzazione della conoscenza, delle arti, del
sapere ecc. ha determinato, da un lato, l'esproprio privatistico dei
beni pubblici comuni immateriali che sono sottratti alla collettività
a vantaggio delle rendite di pochi (per mezzo della sedicente
"proprietà intellettuale" che ne ha generato una valorizzazione del
tutto artificiosa, anche rispetto al "mercato" classico) e, dall'altro
lato, ha comportato l'estremizzazione della "invasione" del mercato
entro i territori delle nostre vite: si vive per il lavoro
(salariato/precario), si lavora "vendendo" a cottimo la propria
intelligenza e creatività (e non più tanto, almeno in "occidente", le
proprie braccia), i dati afferenti la nostra vita ci vengono
espropriati per trarne profitti (profilazione, data-mining,
tracciamenti, geolocalizzazione, video-sorveglianza, sorveglianza
satellitare, schedature DNA ecc.) e/o per fini di controllo e dominio, e
così via...

ciò che sto cercando di dire è che occorre ragionare sempre in questo
quadro ampio (che ho cercato di delineare)!

per esempio, una schedatura del DNA per fini medico-scientifici potrebbe
non avere in sé nulla di male, anzi, potrebbe aiutare a fare nuove
scoperte e nuove cure... e, facendo una analisi costi-benefici
contingente e limitata agli aspetti medici e legali, potrebbe rivelarsi
anche vantaggiosa rispetto ai rischi legati alla privacy...

ma siamo sicuri che questo valga anche rispetto al quadro più ampio che
ho cercato di richiamare? siamo sicuri che, rispetto a questo quadro ed
in una prospettiva di scenario futuro, risulti ancora in termini di
beneficio *complessivo* per l'umanità tutta?


saluti
al3xu5 / dotcommon

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