[AcLab] R: google sharing

al3xu5 / dotcommon dotcommon a autistici.org
Dom 21 Nov 2010 13:02:06 UTC


Il giorno domenica 21/11/2010 00:36:29 CET
santec a riseup.net ha scritto:

> [...]
> Almeno Gorgia ai suoi tempi era disprezzato perchè vendeva i frutti
> del suo intelletto; oggi certi attivisti scrivono fior di documenti
> per spiegare che vendere il software libero è giusto.

questa, secondo me, è uno degli errori "politici" di fondo della GPL
nonché una delle contraddizioni in cui cadono tanti (FSF compresa...)

credo che per parlare di software (*) davvero libero lo si dovrebbe fare
partendo dal presupposto di volerlo sottrarre ai meccanismi con cui il
copyright/diritto d'autore ne induce artificiosamente la scarsità, ne
cancella l'uso comunitario consuetudinario (copia, fair use) fino a
"giustificarne" (**) l'appropriazione privata tramite il diritto di
proprietà privata (enclosures dei beni immatriali) per arrivare a
valorizzarlo e mercificarlo in modo capitalistico...

(* più in generale, di qualsiasi opera/bene comune immateriale e,
andando fino in fondo, di qualsiasi bene comune, materiale o
immateriale che sia)

(** più che di una giustificazione, si tratta di quella strana leggenda
capitalista che, in nome della tutela e ottimale gestione di un bene
scarso, serviva e serve a legittimare l'individualismo proprietario)

> > [...] I processi di organizzazione del lavoro
> [...]
> Individuale?? Mah... a me sembra che storicamente le fabbriche abbiano
> esercitato un controllo collettivo sugli operai e sulle loro famiglie,
> [...] Oggi non c'è più bisogno di questa azione per due
> motivi: primo, i lavoratori di imprese medio-piccole sanno che se i
> loro datori di lavoro li trattassero come esseri umani, nell'economia
> moderna fallirebbero; secondo, anche quando questo ragionamento non
> si applica, per una serie di motivi evidenti oggi il lavoratore
> percepisce come minaccia ai suoi interessi personali il suo collega,
> e non più il dirigente. Ma questo non vale solo per il lavoro
> intellettuale, vale ugualmente nei grandi magazzini e nei cantieri
> edili dove il parquettista professionista italiano ce l'ha col
> collega pakistano perchè si fa pagare la metà... solo che magari
> domani verrà seppellito sotto una colata di cemento.

non so, mi pare che, al di là dell'accendo forse un poco diverso circa
il controllo individuale, il senso della citazione fosse più o meno lo
stesso... 

l'aspetto secondo me più importante e che intendevo mettere in
evidenza è che adesso, con la tendenziale prevalenza del lavoro e
dell'economia immateriale, lo sconfinamento dei rapporti sociali
capitalistici (o riproduzione della forza-lavoro che dir si voglia) si
svolge in *tutti* gli ambiti vitali (che, concordo con te santec, già
comunque esisteva nei modi che hai richiamato), anche in quelli
prima esclusi... penso proprio, guarda caso, a temi "cari" ad
AcLab come banche dati sanitarie e del DNA, biometria, telecontrollo,
videocontrollo, geolocalizzazione, identità digitali, tracciamento,
profilazione, ingerenza nei rapporti (anche interpersonali) di
condivisione e scambio della conoscenza e delle informazioni e via
dicendo...

> (faccio queste obiezioni perchè credo di sapere dove voleva arrivare
> Negri)

credo di capire... ma al di là dei punti di arrivo, quelli di partenza
mi pare restino (abbastanza) condivisibili

> > il punto (per Debian ma, molto molto di più per altre distribuzioni,
> > Ubuntu in testa a tutte) è che se il kernel che si usa è quello di
> 
> Hai perfettamente ragione, ma chiarisco perchè nomino sempre Debian:
> se un'azienda vende un prodotto e lo pubblicizza dicendo che mi farà
> diventare immortale, gli rido in faccia. [...] se mi dicono "il
> nostro sistema operativo è libero", io nemmeno li ascolto. Devono
> vendere il supporto tecnico e altri servizi, come posso aspettarmi
> che mi dicano "siamo un po' liberi ma non del tutto"? Non voglio
> offendere nessuno, ma credere al sistema operativo libero prodotto da
> un'azienda è come credere alla pasticca che a letto ti fa diventare
> Mazinga. 

concordo

> Per Debian il discorso è diverso. Non hanno scopi di lucro,
> quindi quando parlano li ascolto, e li ascolto anche se non sono
> d'accordo con loro, entro certi limiti; se però mi pigliano per i
> fondelli non lo accetto!

concordo

> > [...] allora queste
> > distribuzioni non dovrebbero presentarsi e "promuoversi" dicendo di
> > essere libere, parlando di software libero o di libertà...
> 
> Finchè, come hai scritto tu, non faremo sparire la proprietà
> (intellettuale), bisognerà avere una coscienza critica e un controllo
> su ciò che ci propinano... perchè i marchettari sono pagati per dirci
> delle scemenze, e i volontari (Debian, forse un po' meno Fedora) 

e meno ancora gNewSense (gNS 3.0 sarò derivata direttamente da
Debian, ma con il kernel libero e senza repository o pacchetti nonfree
di sorta)

e meno ancora Blag...

> a quanto pare ce le dicono per hobby.

eheheh... 

saludi e trigu
al3xu5 / dotcommon

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