[AcLab] Ethic license --- dove l'open source non arriva

Angelo Rosina angros47 a yahoo.it
Lun 10 Gen 2011 09:52:58 UTC


> Quando non avviene è perchè non c'è concorrenza. Sembra
> strano in ambito
> capitalista, ma in alcuni mercati è così. Ad esempio
> nessuna compagnia
> petrolifera rinnova i macchinari da decenni, tanto che ora
> si teme che in
> un prossimo futuro questi macchinari si rivelino
> insufficienti. Hanno
> pensato che accordarsi, per loro, è più produttivo che
> farsi la guerra

Questo è un caso particolare, detto "cartello", che si verifica nei casi in cui è presente un oligopolio. Il cartello è vietato per legge, ma spesso non è dimostrabile.


> Io forse non so fare bene nemmeno il cuba libre, ma quando
> (probabilmente
> a un'età prescolare o poco più) sentii parlare per la
> prima volta della
> formula ultrasegreta della Coca Cola, probabilmente capii
> immediatamente
> il problema.

Tu l'hai colto, ma molti scelgono di fidarsi senza controllare.
Comunque, visto che hai citato la coca cola, ti segnalo questo (probabilmente lo conosci già, ma comunque...):

http://it.wikibooks.org/wiki/Libro_di_cucina/Ricette/OpenCola

Una alternativa open source (a dimostrare che la filosofia open source si può applicare anche in situazioni non informatiche).

P.S. Non sono mai riuscito a prepararla, perchè non so dove procurarmi gli ingredienti. Qualcuno ci ha provato?

> 
> La "gente normale" ha un cervello che funziona benissimo,
> quando ha voglia
> di usarlo.

Ecco il punto dolente... la "gente normale" spesso è anche pigra...


> > Può essere un danno solo se favorisce l'ingresso di
> utonti, che intasano i
> > forum con domande stupide, non leggono le risposte, e
> poi cominciano a
> > richiedere i programmi "da utonti" (tipo i gadget
> sullo schermo, o
> > l'abbonamento per ricevere i wallpaper, o
> l'applicazione dedicata per
> > accedere a facebook).
> 
> Sinceramente: credi che questo fenomeno (che io non vedo)
> abbia arrecato
> un danno ad alcuni progetti, oppure hai avuto discussioni
> spiacevoli sui
> forum? Se è uno sfogo posso anche capirti.

In genere no... ma questo fenomeno è comunissimo sui forum relativi a mac e windows. E sui forum di Ubuntu comincia a insinuarsi...


> L'unico strumento per far avanzare il software libero è la
> consapevolezza,
> come si diceva.

Ma la consapevolezza si acquisisce molto meglio con una esperienza diretta, secondo me. E come fare a incoraggiare la gente a fare esperienza diretta? Occorrono altre motivazioni, la consapevolezza da sola non basta.

Personalmente, il mio passaggio al software libero è avvenuto per gradi: prima, cercavo programmi shareware e freeware: poi, quando mi sono reso conto che i freeware venivano spesso abbandonati per disinteresse dell'autore (un esempio: RapidQ), e che gli shareware spesso avevano fastidiose "protezioni" che inquinavano il sistema lasciando dietro file e voci inutili, o peggio includevano adware e spyware, ho cominciato a dare la preferenza a software open (almeno, c'era qualcuno che controllava che non ci fossero funzioni malevole, e se l'autore li abbandonava altri potevano subentrare).
Poi mi sono installato linux a fianco di windows, per provare a fare un po' di programmazione multipiattaforma, mi sono trovato bene, e a questo punto mi sono reso conto del vantaggio di avere tutto (o quasi) il software open, e ho praticamente abbandonato windows.

Se avessi cercato di fare tutto il passaggio di colpo, probabilmente alle prime difficoltà mi sarei fermato, e sarei tornato al software proprietario. 


> Preferisco un individuo che apprezza la libertà del
> software senza averla
> provata, piuttosto che un individuo che usa software libero
> senza
> apprezzarne la libertà.

Per apprezzarla devi avere una esperienza diretta, secondo me.


> E mi secca tremendamente che
> queste persone
> intervengano a dibattiti reali o sui blog fingendo di
> essere dalla mia
> parte - con la scusa che usiamo lo stesso programma - per
> poi affermare
> l'esatto contrario di ciò che penso io.
> 
> Infine... scusa se rompo le scatole su questioni
> terminologiche (so che
> queste critiche sono indisponenti, ma in questo caso è
> importante), ma la
> parola "utente" rappresenta una merce. Una merce viva, ma
> una merce. Anche
> se in effetti veniamo venduti e comprati in ogni minuto
> della nostra vita
> (dal datore di lavoro, da facebook, dalle compagnie
> telefoniche, da chi fa
> statistiche...), vorrei invitare tutti coloro che usano la
> parola "utente"
> a sostituirla con qualcosa di meno svilente, come
> "individuo", "persona",
> etc.

Capisco.

Bye!


      



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