[AcLab] "ehi capo, passiamo al software libero?"

Federico Razzoli santec a riseup.net
Lun 29 Ott 2012 21:04:30 UTC


>> On Sat, Oct 27, 2012 at 10:01:07PM +0200, al3xu5 / dotcommon wrote:
>> > > Ma scusa, non si puo` fare la stessa identica cosa con le stesse
>> > > identiche shortcut e comandi su LibreOffice? Avrei ipotizzato di si`
>> > > (per quanto contorta sia).
>> >
>> > boh, neanche lo so (mi sa che è diverso il modo di selezionare una
>> riga)...

Vero, comunque tra parentesi si può fare, Shark ha ragione


> so che ci sono diversi metodi per verificare cosa fa davvero un
> software...

Sulla carta, ci credo. Che si possa fare su un intero sistema operativo e
con un margine d'errore ragionevole, no. Quando governi come quello russo
o quello cinese si fideranno di queste tecniche, e quindi riprenderanno
Windows nei settori in cui lo hanno abbandonato per motivi di sicurezza,
inizierò a ragionarci anch'io.


>> Riguardo ad aggiornamenti e patch le aziende se paghi sono OBLIGATE da
>> contratto a farteli!

Solo bug di sicurezza, bug critici e comportamenti che risultano diversi
dalla documentazione. Nella vita reale, volendo proprio essere buoni, si
può dire "meglio di niente". Ma se un'operazione, su XXXX 2.0, impiega il
triplo del tempo che impiegava su XXXX 1.0, in genere non è considerato un
bug. Proprio di recente ho letto una disquisizione sulle tabelle
temporanee di MySQL: secondo un dipendente Oracle, se non occupano tutta
la memoria disponibile, non si tratta di un memory leak. Beh, allora mi
chiedo se esistano i memory leak.
Ma io parlo per buon senso. Se poi vuoi dimostrarlo in tribunale sfidando
gli avvocati di Oracle... auguri :)


>> E non solo: una volta aggiunta una nuova feature bisogna tenerci dietro.
>> Ad esempio, ipotizziamo di avere il software open X, a cui ci fai una
>> modifica tu perche` ti serve in azienda. Quando esce una nuova versione
>> di X a cui sono stati sistemati dei bug dovrai perdere altro tempo (a
>> volte meno a volte anche di piu`) per mettere la tua feature anche in
>> questa nuova versione! E cosi` via per il resto del tuo tempo :-).
>
> non è detto: basta che non ti tieni la modifica per te e mandi la patch
> alla
> community perché sia integrata nel ramo di sviluppo (anche questa è una
> cosa
> abbastanza normale, anche se la modifica la fa un singolo utente e,
> soprattutto, quando le modifiche le fanno aziende o enti)

Beh però su questo sono d'accordo con Shark, solo che secondo me valida la
mia tesi iniziale. Mi spiego: molte grandi aziende, se gli mandi una
patch, ti ignorano. E' questione di mantenere un processo di sviluppo
aperto oppure no. Se non è aperto, beh diciamo che il software non è
proprio chiuso ma "socchiuso".
Del resto sei stato tu il primo a sollevare in lista il problema che la
libertà non è solo questione di licenze.


>> Attenzione, non sto dicendo "software chiuso e` bello" e "software open
>> e` brutto" o viceversa, sto solo cercando di riportare che in entrambi i
>> lati ci sono dei pregi e dei difetti, e a volte personalmente preferisco
>> uno o l'altro.

Ma i pregi e i difetti sono nel metodo o nei singoli progetti? Quando ti
insegnano a suonare una chitarra ti insegnano anche la posizione da
tenere; alcuni chitarristi virtuosi se ne fregano, alcuni chitarristi
scarsi hanno la posizione corretta. Così come uno può guidare a 180 km/h
sulle strade liguri e arrivare a 100 anni, mentre un altro può essere
investito mentre attraversa sulle strisce con il verde. Ma mi sembra
irrilevante...


> capisco e in astratto concordo
> ma sono rari i casi, nella mia esperienza, in cui un software proprietario
> -fatta tutta l'analisi del caso- risulta preferibile a uno open/libero,

Secondo me sono sempre (o quasi sempre) casi in cui:
* il software ha mercato (clienti paganti: anche un cliente solo disposto
a pagare molto è un mercato)
* non ci sono appassionati del settore disposti a interessarsi attivamente
Allora in questo caso possono esserci aziende che producono ottimo
software, senza temere concorrenza di una comunità troppo piccola.
Esempio estremo: non c'è alcuna comunità intorno ai software di puntamento
missilistico, ma c'è molto mercato. Esempi meno estremi possono essere i
CRM e i sistemi OLAP, dove il software libero esiste, ma non è buono
quanto quello proprietario.
Ma l'obiezione, per quanto condivisibile, è un po' astratta, perché nella
situazione disastrosa di oggi non ci preoccupiamo più di tanto se i CRM o
i sistemi OLAP proprietari sono migliori... ci sono ben altre priorità,
no?
Quando la PA smetterà di pagare licenze per Win e Office, il che accadrà
fra molto tempo, ci preoccuperemo dei CRM.


> anche io capisco solo fino a un certo punto questo approccio

Però, per carità, se in alcuni settori specifici la PA ha bisogno di
software proprietari perché tutto considerato costano meno (nel senso che
aumentano la produttività), allora per il momento non ci metto becco: ogni
centesimo in più che spendono lo tolgono alla sanità e all'assistenza per
gli invalidi, il che è molto peggio. Ma, ripeto, sono sempre e solo
settori specifici.

GENERALMENTE VALE IL DISCORSO OPPOSTO: gli ospedali non hanno letti liberi
ma hanno Windows (e sfido chiunque a darmi mezza ragione valida), la FIAT
chiude gli stabilimenti in Italia ma fa tante belle presentazioni in
PowerPoint. Prima di parlare delle eccezioni, ci occupiamo del problema
generale? ALMENO i casi eclatanti, per favore, perché qui si parla di far
funzionare gli ospedali, non di rendere merito ai crm proprietari...






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